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Veneto. È allarme morti sul lavoro: dall’inizio dell’anno un decesso a settimana

La denuncia arriva dai sindacati, che hanno chiesto un incontro al presidente della Regione. Lo scorso anno, secondo i dati raccolti dall’ufficio statistico Inail, si sono verificati 45 decessi: 11 nel trevigiano, 9 nel veronese, 8 nel veneziano, 7 nel vicentino, 6 nel padovano e 4 per ciascuna provincia di Belluno e Rovigo. Il lavoro più pericoloso è l’agricoltore

di Endrius Salvalaggio
04 MAG - Sul posto di lavoro delle aziende venete si registra oltre un morto a settimana. E’ questo il bollettino “di guerra” dei primi quattro mesi del 2018 redatto dalla Cisl Veneto. Più che un dossier di studio, sembra una via crucis. Se suddividiamo i morti da infortunio sul lavoro per le province venete, abbiamo che nel 2017 si sono verificati 11 decessi nel trevigiano, 9 nel veronese, 8 nel veneziano, 7 nel vicentino, 6 nel padovano e 4 per ciascuna provincia di Belluno e Rovigo (dati ufficio statistico Inail). Di seguito le tabelle elaborate da Cisl Veneto Ufficio Studi dal 2011 al 2018.
 
In sintesi il lavoro più pericoloso è quello dell’agricoltore che si assesta ad un 38% di decessi a causa di ribaltamento degli automezzi o per schiacciamento. Al secondo posto si colloca tra i mestieri più pericolosi quello del settore delle costruzioni/edile, sia come lavoro dipendente che come autonomo, con il 21% dei morti causati principalmente da cadute. Sebbene si sia assistito ad un decremento degli infortuni (da 43.300 nel 2008 a 33.500 nel 2016), la situazione resta grave.
 
In questi giorni i segretari generali veneti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno preso contatti con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e con il Presidente Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, per fissare un incontro dove si cercherà di lavorare su due fronti. Il primo, quello con la Regione, si cercherà di lavorare sulla formazione e sul monitoraggio della formazione stessa, oltre che sul tema della salute degli ambienti di lavoro. Con Confindustria l’obiettivo è di intervenire sui settori manifatturieri.
 
A questo punto, anche alla luce di quanto denunciato in questi primi quattro mesi dell’anno, è auspicabile ed impellente che le parti si incontrino quanto prima affinché, collaborando si possa assistere se non alla scomparsa, quanto meno ad una importante riduzione degli infortuni, anche mortali, sul lavoro.
 

 
Endrius Salvalaggio

04 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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