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Violenza contro gli operatori. In una Usl del Veneto arrivano i fischietti anti-aggressione. Ecco cosa ne pensano i medici

In aumento costante gli episodi di violenza contro gli oepratori sanitari. E una Asl veneta, la Ulss 4 “Veneto Orientale”, prova a dare una risposta con un’iniziativa del tutto nuova ed anche originale: 200 fischietti anti – aggressione da usare in caso di bisogno per scongiurare le violenze al personale sanitario. Ma per i medici un fischietto non basta.

di Endrius Salvalaggio
08 GIU - Sulle aggressioni ai medici, infermieri ed a tutto il personale sanitario se ne è occupata di recente anche la trasmissione “Non è L’Arena” su LA7, con Massimo Giletti

Le testimonianze del personale sanitario hanno confermato una situazione drammatica e in violazione dei più elementari diritti civili. L’appello è arrivato fino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

A questo problema la Ulss 4 “Veneto Orientale”, prova a dare una risposta con un’iniziativa del tutto nuova ed anche originale: 200 fischietti anti – aggressione da usare in caso di bisogno per scongiurare le violenze al personale sanitario. Nel 2017 nella Ulss 4 si sono verificate 45 aggressioni (23 nel 2016). 

L’iniziativa è stata assunta dal D.G. della struttura e risponderà ad un periodo sperimentale di 6 mesi per i reparti più a rischio tra cui: il Pronto Soccorso di San Donà di Piave, Portogruaro e Jesolo; la Psichiatria; il Servizio pe le dipendenze; il Centro di salute mentale; il Consultorio familiare di San Donà di Piave e di Portogruaro. Gli addetti caldeggiano anche la presenza di alcune guardie. A Mestre la presenza di un vigilantes nel pronto soccorso ha ridotto di molto gli episodi di violenza. 
 
L'idea però di dotare gli operatori sanitari di un fischietto per chiedere aiuto in caso di necessità, per alcuni medici, pare una testimonianza di resa al personale medico e paramedico. 

“Pur apprezzando lo spirito dell'idea, sicuramente nata dall'osservazione che ormai rasentiamo l'emergenza, è necessario che questa iniziativa non rimanga isolata e ad essa si associno iniziative rivolte al personale sanitario per aumentare le conoscenze relativa ai comportamenti idonei a non ingenerare negli utenti del servizio sanitario sentimenti negativi che vanno dalla frustrazione all'astio al senso di ingiustizia e sentimenti di rivalsa” - dichiara il Dott. Alberto Villacara, rappresentante territoriale dell’Anaoo.
 
Qualora poi, si venissero a verificare comunque situazioni spiacevoli o pericolose – continua il Dott. Villacara - “sarebbe opportuno avere conoscenza di tecniche idonee a disinnescare i sentimenti negativi alla base delle situazioni di minaccia risolvendo nell'immediato il pericolo. Un grande sforzo andrebbe poi fatto per fare capire a chi si rivolge al servizio sanitario che gli operatori operano nell'interesse dei pazienti e che il nostro unico nemico reale è la malattia, non il malato ed in questo siamo alleati”. 

Bisognerebbe, inoltre, evitare di lasciare il personale sanitario, soprattutto femminile, a lavorare in solitudine magari durante i turni notturni, creare una rete di persone sempre in contatto tra loro e, comunque, un inasprimento delle pene per chi pone in essere condotte antigiuridiche/delittuose ai danni degli operatori di settore. 

Endrius Salvalaggio

08 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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