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Punti nascita. Dialogo Regione-Ministero, Zaia: “Lavoriamo per zero chiusure”

“Sui punti nascita la nostra posizione è sempre stata chiara. Siamo di fronte a un colpo di coda del Decreto ‘Lorenzin’, che ha sempre spinto per la chiusura delle strutture con meno di 500 parti all’anno”. Così il Governatore del Veneto Luca Zaia


13 LUG - Con una lettera inviata oggi ai direttori generali delle Ulss 8 Berica, della Ulss 6 Euganea e della Ulss 5 Polesana, il Direttore generale della Sanità veneta, Domenico Mantoan, informa che “sono attualmente in corso dei colloqui interlocutori tra il Presidente della Regione del Veneto, l’Assessore alla sanità e programmazione socio-sanitaria e il Ministero della Salute relativamente all’applicazione del D.M. 70 ‘Lorenzin’ e al parere ministeriale recentemente espresso sulla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti annui”.

In attesa dell’esito delle trattative col Governo, i Direttori generali sono invitati “a valutare con prudenza le possibili date di chiusura dei Punti nascita di Valdagno, Piove di Sacco e Adria”.

“Nel frattempo – conclude la lettera del Direttore Mantoan - dovranno essere inderogabilmente garantiti gli standard del personale medico, del personale del comparto e delle professioni sanitarie, idonei a mantenere in sicurezza le summenzionate strutture e l’utenza che vi accede”.

“Sui punti nascita – commenta il Presidente della Regione Luca Zaia – la nostra posizione è sempre stata chiara. Siamo di fronte a un colpo di coda del Decreto ‘Lorenzin’, che ha sempre spinto per la chiusura delle strutture con meno di 500 parti all’anno”.

“Il vero tema di oggi – aggiunge il Presidente della Regione Veneto – è il dialogo, e un dialogo è stato avviato con il Ministero della Salute e il Ministro Giulia Grillo. Questa lettera ha l’obbiettivo di riportare la palla al centro. Noi proporremo osservazioni e progettualità perché i nostri punti nascita restino tutti aperti. Del resto – dice – se passasse il principio del DM 70, ci chiediamo ad esempio perché in certe parti d’Italia si lasciano aperti punti nascita con 50, 60, 90 bambini l’anno”.

“I punti nascita – tiene a precisare Zaia – non sono un problema se hanno un loro rating, una certificazione come ha fatto la Regione Veneto con i suoi. Avranno il massimo delle stelle quelli con una grande casistica, patologia neonatale e rianimazione pediatrica, ne avranno meno altri, da considerare come ‘semplici’ punti nascita, dove però si può partorire in massima sicurezza e dove possono rivolgersi in tutta tranquillità le donne che hanno trascorso una gravidanza tranquilla, che non ha fatto emergere alcun problema particolare. Lavoriamo perché i punti nascita del Veneto non vengano chiusi, e questa lettera va in questa direzione”.

13 luglio 2018
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