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Ipab. PD: “La mancata riforma è un salasso per le famiglie”

Sulla questione il Partito Democratico ha anche presentato un ‘Libro bianco’, curato dal consigliere Claudio Sinigaglia. “Le Ipab, senza interventi normativi da parte della Regione, sono al collasso”, intanto “la quota alberghiera a carico delle famiglie è salita da 1.200 euro di nove anni fa ai 1.800 di oggi. Parallelamente per i Comuni chiamati a integrare la retta di chi non ha i soldi per pagarla. Non è certo così che si tutelano le fasce più deboli e fragili della popolazione”, attaccano i consiglieri dem. IL LIBRO BIANCO


24 AGO - “La mancata riforma delle Ipab” in Veneto “è l’ennesima conferma dell’assenza di pensiero e progettualità di questa Giunta. Per troppe famiglie inserire un proprio caro in una casa di riposo non è più un diritto, ma un privilegio pagato a caro prezzo: in media 1800 euro. I Centri servizi pubblici per anziani erano un fiore all’occhiello del Veneto, ma l’immobilismo di Zaia li sta affondando”. La denuncia arriva dal Partito Democratico, che ha presentato a Palazzo Ferro Fini un ‘Libro bianco’, curato dal consigliere Claudio Sinigaglia, da cui emerge, numeri alla mano, tutta la gravità della situazione.
 
“L’attesa della riforma – commentano i dem in una nota - è quasi diventata maggiorenne: è infatti prevista dalla legge statale 328 del 2000 e il Veneto è l’unica Regione inadempiente. Le promesse e gli impegni di Galan prima e Zaia poi sono rimasti lettera morta, con conseguenze sempre peggiori visto che la popolazione continua a invecchiare: gli over 65 sono oltre un milione, 268.465 in più rispetto al 2002 ed hanno bisogno di servizi. Le Ipab, senza interventi normativi da parte della Regione, sono al collasso tra bilanci in rosso ed esternalizzazione del personale. Il mancato aumento del valore delle impegnative (quota sanitaria) erogate ai centri per anziani, fermo al 2009, ha come conseguenza un’impennata della quota alberghiera a carico delle famiglie (da 1.200 euro di nove anni fa ai 1.800 di oggi) e parallelamente per i Comuni chiamati a integrare la retta di chi non ha i soldi per pagarla”.

Per il Pd Veneto “non è certo così che si tutelano le fasce più deboli e fragili della popolazione. Nel 2007 la differenza tra posti letto accreditati e impegnative di residenzialità erano 1.269 oggi siamo a 3.629, un divario dovuto esclusivamente all’aumento degli accreditamenti delle strutture private. Ciò significa che migliaia di famiglie devono pagare per intero la quota alberghiera per inserire in casa di riposo un proprio caro, una decisione già di per sé difficile e drammatica. Altro che non mettere le mani in tasca ai veneti, come ama ripetere Zaia: questa è una tassa occulta che vale ogni anno oltre 100 milioni!”.
 
In Veneto gli ultra 65enni rappresentano il 22,3% della popolazione: il 65% di loro ha almeno un’esenzione per patologia, il 15% due e il 7% tre: “Queste cifre dimostrano il crescente bisogno di presa in carico di pazienti cronici e di una continuità assistenziale con risposte sempre più flessibili e integrate a livello territoriale. Ma la Regione latita - spiegano ancora i consiglieri del Partito Democratico - e le famiglie sono costrette a ricorrere a badanti con una spesa stimata in circa 780 milioni annui, quasi il doppio di quanto viene stanziato dalla Giunta per gli inserimenti nei centri anziani”.
 
E nei prossimi mesi, per il Pd, il quadro rischia ulteriormente a peggiorare: “Il blocco dell’attivazione delle strutture intermedie come ospedali di comunità e unità riabilitative, previste dal Piano socio sanitario, è un passo indietro per la presa in carico della cronicità, mentre con la nuova programmazione viene tolto alle Ipab il ruolo di regia nelle organizzazione dei servizi del territorio. I Centri per anziani fino a qualche anno fa erano una ricchezza per il nostro territorio, adesso rischiano di essere colpevolmente affossati dalle non scelte di Zaia. Occorre intervenire prima che sia troppo tardi”.

24 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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