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Medici, la ‘valanga dei camici rosa’. A Venezia in Salute si parla di ‘femminilizzazione’ della professione

In fasce come tra i 35 e i 39 anni le donne quasi doppiano i colleghi maschi. “Occorre pensare a una turistica rispettosa, a ritmi di lavoro che non rendano troppo penalizzante la scelta di fare il medico. Con queste percentuali, è molto probabile e anche auspicabile che, in un reparto o in un’equipe, vi possano essere più gravidanze in contemporanea”. Così il vicepresidente della Fnomceo Giovanni Leoni


20 SET - 84.121 donne medico under 50, contro 55.405 colleghi uomini della stessa fascia di età: la professione medica, specie tra i nuovi iscritti, è declinata sempre più al femminile. E se, nelle generazioni sino ai 49 anni, le donne sono ormai il 60%, in alcune fasce, come quella dai 35 ai 39 anni, quasi doppiano i colleghi maschi, essendo 19.213 vs 10.612, come dimostrano i dati elaborati dal Ced della Fnomceo.
Si parlerà anche di quella che in gergo viene chiamata la ‘femminilizzazione della professione medica’ nel Convegno “Passato e futuro del Ssn a quarant’anni dalla nascita” che, il 22 settembre a Venezia, presso la  Scuola Grande di San Marco, aprirà la manifestazione Venezia in Salute #VIS2018. Il giorno dopo, tutti a Mestre per gli stand in piazza e i due convegni rivolti alla popolazione, sui vaccini e sulle principali iniziative locali per far ‘guadagnare salute’ alla popolazione.

“Il cambiamento di genere della professione della Professione medica implica la messa in atto di scelte strategiche e politiche che tengano conto delle mille sfaccettature della vita, non solo professionale, di una donna medico – spiega il Vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Giovanni Leoni, che è anche presidente dell’Omceo di Venezia, organizzatore dell’evento -. Occorre pensare a una turnistica rispettosa, a ritmi di lavoro che non rendano troppo penalizzante, per la vita personale, familiare e di relazione della professionista, la scelta di fare il medico”.

“Con queste percentuali, è molto probabile e anche auspicabile che, in un reparto o in un’equipe, vi possano essere più gravidanze in contemporanea – continua Leoni -. Va fatta, dunque, una programmazione lungimirante delle sostituzioni, che devono essere pronte ed immediate, in modo da non penalizzare l’intera equipe che si troverà, altrimenti, a ranghi ridotti, ad affrontare un carico di lavoro rimasto invariato”.
“Auspichiamo, in un prossimo futuro, di poter dotare gli ospedali di asili nido – conclude il Vicepresidente -. Ora gli interventi più urgenti sono, però, sulla turnistica e sulle sostituzioni”.

“A Bari, nel corso della giornata del 13 settembre contro la violenza, è stata fatta una considerazione importante – dichiara il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -: non possiamo tacere che anche la violenza ha un genere, e che le nostre colleghe sono esposte in maniera quantitativamente e qualitativamente più grave alle aggressioni. In Puglia molte dottoresse sono costrette a farsi accompagnare durante i turni di guardia medica dal padre: questo è inaccettabile per un Paese civile! Dobbiamo mettere tutti i colleghi in grado di lavorare in condizioni di sicurezza”.

“Pochi  giorni fa – conclude Anelli – l’Oms ha affermato che anche il miglioramento della salute e del benessere degli uomini è meglio garantito in presenza di un quadro di parità di genere e che il coinvolgimento degli uomini e la loro partecipazione in mansioni di accudimento (pagate e non pagate), la prevenzione della violenza contro le donne e la responsabilità condivisa in materia di salute riproduttiva sono interventi chiave  per raggiungere traguardi globali sulla parità di genere e per accelerare il conseguimento di importanti obiettivi di salute. Occorre che la società a tutti i livelli lotti per questa parità, per il miglioramento del livello di salute”.

20 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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