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Giornata contro la Violenza sulle Donne. Le 245 farmacie vicentine si mettono in rete

Al via nella provincia di Vicenza il progetto Mimosa, che vedrà le farmacie del territorio fornire informazioni e indicazioni utili alle vittime di abusi. L’iniziativa, messa a punto in collaborazione con i centri anti-violenza provinciali e con l’Ulss 8 Berica e l’Ulss 7 Pedemontana, prenderà il via dal mese di dicembre. Il progetto presentato oggi a Palazzo Nievo


22 NOV - Fare rete nel territorio contro il fenomeno della violenza sulle donne: prenderà il via con il mese di dicembre il progetto Mimosa, che vedrà le 245 farmacie di tutta la provincia di Vicenza essere in prima linea per fare informazione e sensibilizzare sul fenomeno, ma anche per fornire un primo aiuto concreto alle vittime, sotto forma di indicazioni circa i servizi e le strutture alle quali possono rivolgersi.

Il progetto, promosso da Federfarma Vicenza in collaborazione con i centri anti-violenza provinciali, l’Ulss 8 Berica e l’Ulss 7 Pedemontana e con il patrocinio della Provincia di Vicenza, è stato presentato oggi a Palazzo Nievo, sede dell’Amministrazione Provinciale, in occasione della Giornata Nazionale contro la Violenza sulle Donne in programma in tutta Italia domenica 25 novembre. Del resto quella di Federfarma non è un’iniziativa isolata: il progetto Mimosa è infatti promosso a livello nazionale da Federfarma e da Farmaciste Insieme (associazione di farmaciste unite per la valorizzazione al femminile dell’ambito farmaceutico), e gode anche del supporto della Regione Veneto.

Presso le farmacie vicentine sarà distribuita una brochure informativa, con una piccola guida per favorire una maggiore consapevolezza sulle diverse forme che può assumere la violenza sulle donne: non solo fisica o sessuale, ma anche psicologica ed economica. Completano la pubblicazione i recapiti di tutti i centri anti-violenza presenti nel territorio provinciale, nonché di altri servizi e associazioni che operano a tutela delle donne. Il tutto dopo una specifica attività di formazione che vedrà impegnati i farmacisti, con il supporto degli specialisti delle aziende socio-sanitarie e i volontari dei centri-antiviolenza, per imparare a riconoscere i segnali di possibili situazioni di abusi, conoscere le problematiche più ricorrenti ed essere in grado di adottare l’approccio più adatto per affrontare un argomento così difficile e delicato.

A sottolineare la rilevanza del progetto sono i numeri: secondo l'Istat, in Italia sarebbero ben 6 milioni 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Un dato che, rapportato alla realtà provinciale, implica che siano circa 98 mila le donne vicentine toccate dal fenomeno.

“In questo contesto - sottolinea Marina Milan, presidente di Federfarma Vicenza - il contributo delle farmacie può essere prezioso, per due motivi. Il primo è il rapporto di confidenza che si instaura con il farmacista di fiducia, che ha modo di vedere spesso gli utenti e quindi può cogliere forse più facilmente di altre figure eventuali segnali di disagio. Ancora più importante poi è la presenza capillare sul territorio, perché se è vero che i comuni principali possono contare sulla presenza dei centri anti-violenza con una propria sede, in quelli più piccoli questo per ovvie ragioni non è possibile e così spesso mancano punti di riferimento ai quali le vittime di abusi possono rivolgersi. In tutti questi territori, d’ora in poi, le donne potranno contare sul farmacista di fiducia, vicino a casa, quanto meno per raggiungere una diversa consapevolezza della loro situazione e delle possibili vie di uscita, e per sapere a chi possono rivolgersi per un aiuto immediato e concreto”.

“Ritengo il Progetto di Federfarma estremamente positivo per la ricaduta concreta che può avere sulla comunità - commenta Maria Cristina Franco, vicepresidente della Provincia di Vicenza -. I farmacisti, nella tradizione italiana, sono dei veri presidi territoriali, prima umani e poi medici, e sono convinta che coinvolgerli non possa che avere effetti positivi. C’è un rapporto di fiducia con la gente e pure una capacità di empatia con il cittadino/paziente che sicuramente può essere d’aiuto non solo nella comprensione e nella individuazione di situazioni al limite ma anche e soprattutto nel fornire risposte e soluzioni reali e di sostegno. Ben vengano dunque le azioni di formazione previste da Federfarma e pure questo opuscolo, distribuito in forma anonima nelle farmacie, che potrà diventare un utile strumento per molte donne”.

22 novembre 2018
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