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Infortuni sul lavoro. In Veneto 10 morti al mese, +33% rispetto al 2017 

Le ultime rilevazioni Inail lanciano l'allarme sulla sicurezza sul lavoro nella Regione. Nei primi 10 mesi del 2018 sono state presentate all’istituto 100 denunce di morti sul lavoro, contro le 75 del 2017. Verona la provincia più colpita (25 casi). La Regione investe sulla formazione degli operatori e assume 30 nuovi tecnici per intensificare i controlli.

di Endrius Salvalaggio
29 NOV - Un triste primato in Veneto. Secondo il rapporto presentato in questi giorni dall’Inail, la Regione dove si sono verificati più incidenti mortali sul lavoro, rispetto all’anno precedente è il Veneto. Nei primi 10 mesi del 2018 in regione sono state presentate all’istituto 100 denunce di morti sul lavoro, contro le 75 del 2017, con una crescita del 33,3%. Assai più che a livello nazionale dove il pur consistente incremento si attesta al 9,4%.

Se andiamo ancora più nel dettaglio, la provincia più colpita è Verona (25 casi) seguita da Padova e Treviso (17), quindi Venezia (15), Vicenza (13), Belluno (7) e Rovigo (6). In crescita anche il numero complessivo degli infortuni sul lavoro che passano dai 62.423 del 2017 ai 63.755 del 2018, con un aumento del 2,13%. A livello provinciale, la classifica è guidata da Verona (13.449), seguita da Vicenza (12.180), Padova (11.921), Treviso (11.264), Venezia (10.622), Belluno (2.305), Rovigo (2.014). A livello nazionale invece i casi di infortunio denunciati all'Inail sono stati 534.605, in aumento dello 0,2% rispetto all'analogo periodo del 2017. I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 454.421 a 454.006 (-0,1%), mentre quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un incremento pari all'1,7%, da 79.231 a 80.599.

L’ultimo infortunio mortale è avvenuto pochi giorni fa nei boschi bellunesi. Dopo la recente alluvione, molte ditte private stanno sgomberando i boschi, che però sembra dalle prime analisi dei fatti, che la persona colpita mortalmente dal maltempo, non avesse né rispettato le norme minime di sicurezza né che fosse stato messo in regola. La logica della fretta e delle “deroghe” porta a conseguenza disastrose. E’ inaccettabile che ci siano nel 2018 ancora lavoratori e lavoratrice che paghino la vita nel posto di lavoro.  

Si spera che il piano regionale veneto da 9,5 milioni di euro, dove si prevede l’assunzione di nuovi 30 tecnici destinati ad intensificare i controlli, che il piano strategico 2018-2020, documento operativo, che indica più formazione per gli operatori e nelle scuole, un dialogo diretto tra addetti alla prevenzione e al controllo e responsabili aziendali della sicurezza, più collaborazione tra aziende e organi di vigilanza, investimenti concreti nella cultura della prevenzione. Sia attuabile o attuato al più presto.

Endrius Salvalaggio

29 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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