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Pfas. Regione Veneto si è costituita parte offesa nelle indagini

La prima segnalazione della Regione alle Procure di Padova, Vicenza e Verona risale a Luglio 2013. E “avuta definitiva evidenza delle dimensioni del fenomeno inquinatorio e delle conseguenze sociali, sanitarie ed economiche, ha disposto la costituzione di parte offesa con già la previsione di costituirsi parte civile nella successiva fase dibattimentale”, spiega una nota della Giunta.


16 GEN - “Dal 2013 Arpav ha trasmesso sistematicamente, con cadenza periodica, alla Procura di Vicenza e alle giurisdizioni competenti tutte le informazioni relative all’inquinamento rilevato nell’ambito del monitoraggio che stava già eseguendo dall’estate di quell’anno e delle attività di prevenzione che aveva posto in essere per ridurre l’inquinamento e per prevenirne l’espansione. La prima segnalazione della Regione è, infatti, del 9 luglio 2013 (nota prot. 292506) inviata dall’U.P. Veterinaria alle Procure di Padova, Vicenza e Verona con la descrizione del problema della contaminazione. Da quel giorno sino ad oggi, la Regione Veneto ha seguito in via continuativa e sistematica lo svolgimento delle indagini condotte dalla procura della Repubblica di Vicenza supportando la stessa anche nel corso delle attività che hanno sovente intersecato le competenze della Regione”. Lo riferisce una nota della Giunta della Regione Veneto in cui si spiega che la Regione si è costituita parte offesa nelle indagini.

Nel corso degli anni, ricostruire in particolare la nota, “la Regione  ha fornito assistenza tecnica per gli aspetti ambientali a mezzo di Arpa Veneto e, per quanto riguarda quelli sanitari, conducendo articolate analisi epidemiologiche e studi sull’effetto dell’esposizione alla contaminazione da Pfas”.

“Una volta avuta definitiva evidenza delle dimensioni del fenomeno inquinatorio e delle conseguenze sociali, sanitarie ed economiche – spiega ancora la nota -, con delibera n.  30  del  17  gennaio 2017 la Giunta regionale del Veneto ha disposto la costituzione di parte offesa nell’ambito delle indagini con già la  previsione, al termine delle indagini, di costituirsi parte civile nella successiva fase dibattimentale.  Attività esercitata già nella nota indirizzata dal Presidente il 24 gennaio 2017 al Procuratore della Repubblica di Vicenza con la quale venne comunicata al responsabile dell’ufficio inquirente la volontà espressa dalla Giunta regionale”.

Per effetto della costituzione già dal 22 marzo 2017, la Regione Veneto ha avuto modo di partecipare in modo formale alle indagini, avendo in quell’occasione nominato un proprio tecnico quale consulente di parte nelle attività di accertamento che il giudice inquirente, la dott.ssa De Munari, ha condotto per verificare lo stato di inquinamento del terreno all’interno della proprietà degli stabilimenti della Miteni spa e della loro relazione con l’inquinamento della falda.

“La Procura speciale conferita per la costituzione di parte offesa all’avv. Dario Bolognesi del foro di Ferrara, nella previsione di una possibile estensione delle imputazioni, già ricomprendeva non soltanto le fattispecie criminose ordinariamente previste dal Codice penale, ma anche quelle compatibili con la nuova serie di reati ambientali introdotti nel Codice dalle più recenti riforme in materia, fra cui il reato di inquinamento ambientale  (art. 452 – bis) o quello di disastro ambientale (art. 452 - quater), spiega ancora la nota.

Per quanto attiene nello specifico ai reati ambientali “la Regione a suo tempo aveva già richiesto al Ministero dell’Ambiente di attivarsi e risulta che, a partire dal 2016, il dicastero abbia interessato l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) di svolgere l’istruttoria tecnica necessaria all’espletamento delle attività che, si ricorda, sono di esclusiva competenza statale”.

16 gennaio 2019
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