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Ludopatia. Dalla Regione quasi 5 milioni per contrastarla

Due milioni sono destinati ai ricoveri in strutture specialistiche, residenziali o semiresidenziali; 620mila euro serviranno per la formazione degli operatori sanitari, sociali e del terzo settore; 2,2 milioni saranno investiti per incrementare il personale specializzato, attivare gruppi di auto mutuo aiuto e sperimentare modalità di intervento innovative. Troncarelli: “Vogliamo creare una rete territoriale capace di intercettare i primi campanelli d’allarme e di prendersi carico di chi, invece, ne è già vittima”.


29 GEN - “La Regione Lazio investe quasi 5mln di euro per la lotta al Gioco d’Azzardo Patologico (GAP). Le risorse, derivanti dal Fondo Sanitario Nazionale, sono suddivise tra le Asl laziali sulla base della popolazione residente con oltre 15 anni d’età”. A darne notizia, in una nota, è l’assessore alle Politiche sociali, Welfare ed Enti locali, Alessandra Troncarelli.

Le risorse sono state così ripartite: 2mln di euro sono destinati al ricovero in strutture specialistiche, residenziali o semiresidenziali; 620mila euro, suddivisi in due annualità, serviranno per la formazione e l’aggiornamento degli operatori sanitari, sociali e del terzo settore; infine, 2.201.815 euro saranno investiti per incrementare il personale specializzato, attivare gruppi di auto mutuo aiuto e sperimentare modalità di intervento innovative.

“Secondo i dati del 2017 – spiega l’assessore – le patologie connesse al gioco d’azzardo sono in continua crescita in Italia. Il Lazio è al secondo posto, dopo la Lombardia, per numero di persone coinvolte che si rivolgono ai servizi sociosanitari locali. Per questo, le risorse sono state ripartite in modo da offrire un trattamento adeguato di cura e riabilitazione nei casi più gravi ma anche per prevenire il fenomeno. Al fine di rendere più efficace il contrasto al Gap vogliamo incrementare il numero degli operatori dei servizi, potenziare la loro competenza professionale nonché la qualità degli interventi con percorsi comuni di formazione e supervisione”.

“La nostra strategia – conclude l’assessore Troncarelli – mira a combattere questa forma di schiavitù, creando sui territori una rete di assistenza capace di intercettare i primi campanelli d’allarme della patologia e di prendersi carico di chi, invece, ne è già vittima. Le Asl, proprio per monitorare l’impatto sociale, invieranno alla Regione una relazione semestrale delle attività svolte, degli obiettivi raggiunti e delle eventuali criticità riscontrate”.

29 gennaio 2019
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