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Formazione e monitoraggio delle infezioni. In Veneto l’antimicrobico resistenza entra negli obiettivi dei Direttori generali

Le aziende sanitarie e le singole strutture di malattie infettive sono impegnate in un approccio globale per la prevenzione e controllo delle infezioni attraverso una stewardship antimicrobica e diagnostica. Tappa veneta del viaggio di QS, realizzato con il contributo non condizionato di Msd Italia, alla ricerca delle migliori esperienze regionali nell’applicazione del Pncar 2017-2020.


22 LUG - Cinque passi per il contrasto all’antimicrobico resistenza in attuazione del Pncar 2017-2020. La Regione Veneto all’inizio dell’estate ha completato i documenti attuativi del Piano regionale di contrasto all’Amr e alle Ica attraverso la creazione di documenti che comprendono i Protocolli regionali di sorveglianza dei microrganismi sentinella, i Protocolli per la diagnosi, la sorveglianza e il controllo degli enterobatteri produttori di carbapenemasi, il Piano per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza, il Piano strategico per l’uso corretto degli antibiotici in ambito umano e per la sorveglianza dei consumi.

Sono questi i pilastri che sono emersi nel corso della tappa veneta dell’approfondimento che Quotidiano Sanità, con il sostegno di Msd, sta realizzando in giro per l’Italia per fare il punto sulle azioni previste nelle singole regioni in attuazione del Pncar 2017-2020. In questa occasione abbiamo intervistato Francesca Russo, Dir. Prevenzione, Sic. Alimentare, Veterinaria della Regione Veneto, Mario Saia, Referente Regionale applicazione Pncar - Azienda Zero, Matteo Corradin, Referente Regionale prev. e controllo ICA - Azienda Zero, Michele Brichese, Dir. Uo Veterinaria e Sic. Alimentare della Regione Veneto, Evelina Tacconelli, Dir. Malattie Infettive e Tropicali dell’Aou di Verona ed Annamaria Cattelan, Dir. Malattie Infettive e Tropicali dell’Aou di Padova.
 
Le azioni di governance regionale che sono state impostate hanno di recente coinvolto in primis i Direttori Generali delle Aziende regionali. Come ricordato, infatti, da Francesca Russo, è di marzo di quest’anno la delibera di Giunta che fissa come obiettivi vincolanti per l’attività dei Dd alcuni interventi in questo settore:la formazione obbligatoria per gli operatori in ambito di Amd e ICA e una reportistica trimestrale sulla diffusione dei microrganismi sentinella, unita alla segnalazione delle infezioni ospedaliere da microrganismi allert.
 
Altro punto qualificante è costituito dalla visione di sistema messa in campo dalla Regione, che riguarda nelle singole strutture e nel complesso dell’assistenza ospedaliera e territoriale tutte le figure professionali interessate, dai centri hub universitari sino al medico di famiglia e al pediatra, senza dimenticare l’ambito veterinario, nell’ottica one-health propria del Pncar. Tutto questo proiettato verso il cittadino, attraverso un Piano di comunicazione mirato per un utilizzo consapevole degli antibiotici che ha visto nell’ultimo anno la produzione e diffusione di numerosi materiali distribuiti a mmg e cittadini.
 
L’approccio globale per un corretto utilizzo degli antibiotici, finalizzato alla riduzione delle resistenze, è stato anche sottolineato da Mario Saia, che ha ricordato come sia fondamentale affiancare prevenzione e controllo delle infezioni, stewardship antimicrobica e diagnostica, tutte azioni strettamente collegate e finalizzate a migliorare la qualità della vita dei pazienti e a ridurre il consumo di farmaci. È stato, poi, Matteo Corradin a voler sottolineare il ruolo importante costituito anche dalle figure dei risk manager aziendali per la prevenzione delle Ica e per il contrasto all’Amr.

A livello di Aziende Universitarie, poi, Evelina Tacconelli ha evidenziato l’importanza dell’approccio della Regione nel produrre Linee guida di terapia a disposizione di tutti i professionisti. È da sottolineare, in questa logica, la creazione di diversi gruppi multidisciplinari che valutano come cambiare queste indicazioni terapeutiche a seconda delle resistenze.
 
A livello di Azienda veronese è poi da segnalare il Progetto SAVE – stewardship antimicrobica dell’AOU di Verona, che prevede una sorta di “adozione” di un reparto per quattro settimane. Un’equipe multidisciplinare, infatti, affianca i professionisti del reparto per migliorare l’appropriatezza nella somministrazione dei farmaci ed il percorso si conclude rilasciando una sorta di certificazione di prescrivibilità antibiotica alla struttura, che è successiva ad una formazione mirata dei medici coinvolti.
 
Nell’Azienda di Padova, poi, Annamaria Cattelan ha descritto il ruolo centrale di affiancamento della struttura di microbiologia nei confronti delle diverse unità operative, attraverso la condivisione dei dati relativi agli isolamenti microbiologici della singola unità e le resistenze antimicrobiche. È su questi dati, quindi, che viene valutata il tipo di terapia da utilizzare, sempre più mirata. Anche in questo approccio gli interventi in formazione sono di primaria importanza nelle strategie di riduzione di infezioni da germi multiresistenti.
 
Sul versante animale, infine, è da segnalare il lavoro fatto negli ultimi due anni in vista dell’obbligo dell’adozione della ricetta elettronica. Michele Brichese ha, infatti, voluto rimarcare l’importanza di queste azioni finalizzate alla raccolta dati per una conoscenza esatta delle quantità di farmaci prescritti nei singoli allevamenti. Questo sarà utile per una categorizzazione degli allevamenti a rischio in base all’utilizzo degli antibiotici, avendo così la possibilità di indirizzare i controlli sulla base dei dati a disposizione.
 
Una riflessione si pone, dunque, davanti a noi, legata al corretto utilizzo dei farmaci attualmente a disposizione per la riduzione delle resistenze, che potrà determinare una riduzione della spesa sanitaria, in virtù di una diminuzione possibile dell’utilizzo degli antibiotici. Un passo necessario nei confronti del problema dell’Amr che risulta di particolare importanza per l’Italia, al primo posto per consumo globale di antibiotici negli animali, ed al secondo per consumo umano, oltre ad essere sempre nelle fasce più alte (25-50% o maggiore del 50% a seconda del germe isolato) per quanto riguarda la prevalenza di ceppi resistenti. Questo si tradurrà da un lato, nella ricerca di nuove opportunità terapeutiche e dall’altro, in misure finalizzate al contenimento del cattivo uso degli antibiotici ed al controllo epidemiologico della trasmissione dei patogeni multiresistenti (Antimicrobial Stewardship) integrando tutti i settori interessati secondo l’approccio “One health” promosso dall’Oms: umano, veterinario, di sicurezza degli alimenti, agricolo e ambientale.

22 luglio 2019
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