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Belluno senza neurologo infantile. La denuncia di due mamme di bimbi epilettici. Asl indice concorso ma nessuno si presenta

L’ultima pediatra è andata in pensione. “Se dovesse succedere una crisi inaspettata, non sappiamo cosa fare e dove andare”, spiegano le due mamme. Ma al concorso per neurologi indetto dalla Asl non si è presentato nessuno. L’Azienda spera di risolvere la situazione attraverso l'attivazione della Uoc di Neuropsichiatria infantile e una convenzione con altri centri di riferimento regionali. Oltre ai due epilettici, ci sono altri 60 bambini circa rimasti senza assistenza.

di Endrius Salvalaggio
14 NOV - La sanità bellunese fa ancora discutere, questa volta a causa delle recenti “denunce” di due mamme, i cui rispettivi figli dell’età di otto anni, entrambi affetti da crisi epilettiche, si sono trovati dall’oggi al domani senza il pediatra di neurologia infantile, perché in quiescenza. “Nella scorsa primavera a mio figlio è stato diagnosticato il 'piccolo male’, si chiama proprio così perché è la forma più lieve dell’epilessia, che ha come effetto dell’epilessia una totale assenza, che può variare dagli 8 ai 16 secondi. In questo lasso di tempo il bambino perde il controllo del proprio corpo e della percezione di chi e di cosa gli sta attorno”, illustra la mamma del bambino. Questa patologia, seppur classificata lieve, con l’adolescenza può o scomparire oppure diventare più grave. Da qui ai prossimi anni, questi adolescenti, avranno bisogno di essere presi in carico e accompagnati nella crescita con delle cure che necessitano di essere ricalibrate ogni due-tre mesi, in funzione della crescita del paziente.

“La dottoressa che aveva preso in carico i nostri figli – dicono le mamme dei due bambini - è stata bravissima, se ne era occupata con professionalità e bontà d’animo, aiutando noi genitori ad affrontare una cosa nuova e curando i bambini in modo perfetto, riuscendo in poco tempo a calibrare al millesimo la quantità di acido volproico che, se prescritto in quantità precisa rispetto al peso ed altezza del bambino, regola la crisi epilettica. Infatti, i nostri figli, un bambino ed una bambina, non hanno, per ora, più avuto crisi di epilessia”.

Tuttavia ad entrambi i bimbi, manca ancora un esame che prima di andare in pensione la dottoressa aveva prescritto, ad ognuno di loro, ovvero l’elettroencefalogramma mentre il bambino dorme. “La caratteristica di questo esame sarebbe di farlo mentre il bambino dorme – spiegano le mamme -  ma ci avevano detto che nella Ulss 1 mancano i tecnici che lo eseguono di notte e quindi avremmo dovuto farlo di giorno cercando di tenere, noi mamme, i bambini svegli di notte a casa: peccato che nemmeno questa possibilità ci sia andata bene…Pochi giorni fa, infatti, ci ha telefonato un’addetta della Ulss 1 dicendoci che, ad oggi, mancando la dott.ssa Candeago non ci sono neurologi infantili che possono fare questo esame ai bambini sotto i dieci anni – a prescindere quindi da giorno e o notte -  e perciò di rivolgerci ad altre strutture. Dopo alcune telefonate con la Ulss di Belluno, non abbiamo ancora chiarito con certezza con chi e dove dovremo fare questo tipo di accertamento”.

Resta tutta l’amarezza di questa vicenda considerato che la zona della valle agordina, con un ospedale ad Agordo, si trova senza un reparto di pediatria obbligando così le famiglie a spostarsi da una parte all’altra, senza alcuna certezza. In questa valle, chi deve partorire o portare il proprio figlio da un pediatra, deve fare circa 60 km di strada fra andata e ritorno per trovare il primo nosocomio con i servizi richiesti, magari sotto la pioggia o sotto la neve. “Abbiamo paura – concludono le mamme -  che se dovesse succedere una crisi inaspettata, non sappiamo cosa fare e dove andare. Ad Agordo manca una struttura pediatrica ed a Belluno manca - ad oggi - un medico di neurologia infantile”.

Interrogata sulla vicenda, l’Azienda ospedaliera bellunese fa sapere, attraverso una nota, che dopo il pensionamento della neurologa Rosa Maria Candeago, sono state avviate le procedure per l’attivazione della UOC neuropsichiatria infantile attraverso una convenzione, con i centri di riferimento regionali per potenziare la neurologia pediatrica.

Nella nota la stessa Ulss 1 Dolomiti spiega che proprio in questi giorni c’è stato anche un concorso per medici neurologi, ma considerata la grave carenza di medici non c’è stato alcun candidato. Dal momento che la carenza dei medici è un problema nazionale, specialmente nelle zone montane,  l’Azienda 1 Dolomiti, avrebbe dovuto prevedere questa “limitatezza” e predisporre anzitempo una convenzione con altri centri neuropsichiatrici, in sostituzione dell’unica dottoressa Candeago. Se così fosse stato, non ci sarebbe stato né l’annullamento da parte del Cup, dell’esame di accertamento, previsto proprio in questi giorni, né l’assenza di un medico che sostituisse la dottoressa in quiescenza.

Intanto l’Azienda 1 Dolomiti ha contattato le mamme attraverso il Direttore Sanitario, dott. Giovanni Maria Pittoni, comunicando l’affidamento del caso alle successive analisi dal primario della pediatria Dott. Stefano Marzini.

Oltre alle due mamme in questione, ci sono circa una sessantina di bambini che la dottoressa Candeago aveva in cura. La Asl fa sapere che nel prossimi giorni la segreteria della Pediatria li contatterà uno ad uno.

Endrius Salvalaggio

14 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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