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Cardiologia. All’Ulss 6 Euganea oltre 4 mila pazienti monitorati a distanza

Le Cardiologie dell’Ulss 6 seguono 6.830 portatori di dispositivi impiantabili, di questi 2.379 sono monitorati da remoto h24 e altri 1.761 verranno presto arruolati. Per il Dg Scibetta “il monitoraggio remoto può in tutto e per tutto non solo sostituire i controlli ambulatoriali tradizionali ma anche migliorarne gli esisti, riducendo significativamente i consumi e i costi sociali, dimezzando le visite in ospedale e riducendo del 60% il tempo e le risorse rappresentate da medici e infermieri. Tutto questo, investendo in sicurezza”

di Endrius Salvalaggio
20 NOV - I controlli? Non devono per forza essere compiuti in ospedale. E’ il caso dei pazienti portatori di pacemaker o defibrillatori che vengono monitorati a distanza, per un risparmio complessivo di oltre 105mila chilometri e 42mila ore perse per gli spostamenti in ambulatorio di pazienti e loro accompagnatori. Da una parte la grande comodità per gli assistiti, dall’altra la sicurezza di un monitoraggio h24 e il prossimo passo sarà la creazione di una centrale unica per tutta l’Euganea. Le Cardiologie dell’Ulss 6 seguono 6.830 portatori di dispositivi impiantabili, di questi 2.379 sono monitorati da remoto grazie a una sorta di “ambulatorio virtuale” attivo h24, e altri 1.761 verranno presto arruolati essendo potenzialmente monitorabili a distanza. Dunque oltre 4 mila pazienti ci sono ma “non si vedono”.

"I vantaggi sono presto detti: ottimizzazione del lavoro, miglioramento della gestione clinica, andando a interrogare da remoto i parametri di funzionamento dei devices e la durata residua della batteria, compiendo la sorveglianza remota con monitoraggio automatico continuo che permette di identificare precocemente le malfunzioni del sistema impiantato ed eventuali eventi clinici come aritmie e scompenso cardiaco, di conseguenza migliorando la prognosi. Il monitoraggio remoto -sottolinea il Direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta - può quindi in tutto e per tutto non solo sostituire i controlli ambulatoriali tradizionali ma anche migliorarne gli esisti, riducendo significativamente i consumi e i costi sociali (si pensi al trasporto, la perdita di giornate lavorative per il paziente e i familiari), dimezzando le visite in ospedale e riducendo del 60% il tempo e le risorse rappresentate da medici e infermieri. Tutto questo, investendo in sicurezza”.

I moderni dispositivi impiantabili, pacemaker, defibrillatori, loop recorder, sono in grado di memorizzare una quantità sempre maggiore di informazioni diagnostiche relative sia al funzionamento del dispositivo sia allo stato clinico del paziente, inoltre offrono la possibilità di essere controllati da remoto. Grazie a questa nuova tecnologia è possibile allestire un vero e proprio ambulatorio virtuale dove il paziente viene integralmente gestito da remoto per quanto riguarda il pacemaker o defibrillatore impiantato e viene convocato in Ospedale solo in caso di allarmi elettrici (batteria in esaurimento, malfunzionamento di cateteri…) o clinici (riscontro di fibrillazione atriale, sospetto di iniziale scompenso cardiaco…).

Si riduce così significativamente il numero di pazienti che afferiscono all’ambulatorio, con la reale possibilità di valutare clinicamente e trattare precocemente quelli che ne hanno l’effettiva necessità; nel complesso i pazienti sono meglio controllati e monitorati, si risparmiano inutili accessi in Ospedale, inutili richieste di assenza da parte dei parenti, inutili impieghi di ambulanze ed infermieri per il trasporto di soggetti non autosufficienti.

Il controllo remoto non è però da intendersi come un trattamento ma come un diverso modo di organizzare l’assistenza. Il telemonitoraggio è già ampiamente diffuso in Alta e Bassa Padovana e a dicembre prenderà avvio un "ambulatorio virtuale" all'ospedale e di Piove di Sacco. Il prossimo passo sarà la creazione di una centrale unica per tutta l'Ulss Euganea.

Endrius Salvalaggio

20 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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