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Specializzandi in corsia. Federspecializzandi: “Non accettate assunzioni fuori la rete formativa”

Per il vicepresidente dell’associazione, Andrea Frascati, il piano messo in atto dalla Regione “in nome di un pretestuoso pragmatismo di fronte ad un’emergenza annunciata” sta, nei fatti, “smantellando la formazione medica”, prevedendo che “sia il Direttore Sanitario a mezzo di un’autocertificazione a documentare se la struttura possiede i requisiti formativi, invece la normativa statale prevede che sia il Ministero della Salute, e solo esso”. Lanzarin: “Ostipità singolare, anche perché le rappresentanze dei giovani medici hanno partecipato attivamente a tutte le riunioni”.

di Endrius Salvalaggio
10 FEB - Il decreto Calabria nasce per dare delle risposte precise al problema della carenza dei medici. Questo provvedimento, infatti, consente alle regioni di assumere presso i propri ospedali personale specializzando del quarto e del quinto anno di specialistica fino al 2021. FederSpecializzandi presente all’Osservatorio regionale si è sempre schierata contro l’assunzione dei neo laureati negli ospedali, proprio perché non ci sono garanzie che assicurano un piano adeguato per la loro formazione che, ricordiamo, deve essere garantita per tutto il quinquennio a tutele crescenti. “L’accordo firmato martedì 21 gennaio tra la Regione del Veneto e le Università degli Studi di Padova e di Verona per l’applicazione del Decreto Calabria in Veneto rappresenta un ulteriore tassello nel processo di smantellamento della formazione medica in nome di un pretestuoso pragmatismo di fronte ad un’emergenza annunciata” spiega Andrea Frascati, presidente MeSPad e vice presidente di FederSpecializzandi.

Sul punto formativo FederSpecilizzandi calca la mano perché in sede di confronto ha sempre formulato delle richieste ben precise e cioè che la formazione sia fatta in strutture accreditate, facenti parte della rete formativa e certificate dal Ministero della Salute, così come è previsto dalla normativa statale.
 
“In Veneto succede invece che sia il Direttore Sanitario a mezzo di un’autocertificazione a documentare se la struttura possiede i requisiti formativi – illustra Frascati  - invece la normativa statale prevede che sia il Ministero della Salute, e solo esso, a valutare e certificare se quella struttura è idonea ad essere di formazione per gli specializzandi. Parlandoci chiaramente: passa molta differenza prestare il proprio servizio in un ospedale universitario piuttosto che in un ospedale privo delle strutture considerate minime per una formazione di qualità. Tutto quello che dobbiamo chiedere alla politica è che ci venga assicurata la possibilità di completare il loro percorso di formazione professionale nel migliore dei modi, quindi ai colleghi consigliamo vivamente di rifiutare l’assunzione, in particolare in strutture estranee alla rete formativa: riteniamo che ciò costituisca un rischio per sé stessi, per i pazienti, e per la corretta prosecuzione del percorso di formazione".
 
“Ci aspettiamo che ben altra posizione sia mantenuta di fronte allo schiaffo che le istituzioni stanno preparando alla formazione medica specialistica, ossia l’assunzione nei Pronto Soccorso e nei reparti di Medicina e Geriatria di medici non specialisti e non adeguatamente formati. Alla luce di questo, gli specializzandi che con il loro lavoro contribuiscono a sostenere buona parte dell’attività assistenziale delle Aziende Ospedaliere Universitarie, potrebbero non essere più disposti a farlo”, conclude Frascati.

La Regione Veneto, dal suo canto replica a mezzo dell’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin che vede questa posizione ingiustificata: “L’ostilità di Federspecializzandi verso gli accordi sottoscritti con le Università di Padova e Verona per l’assunzione di specializzandi al quarto e quinto anno negli ospedali veneti è quanto meno singolare, anche perché le rappresentanze dei giovani medici hanno partecipato attivamente a tutte le riunioni dell’Osservatorio Regionale per la formazione medico specialistica, hanno dato il loro contributo al miglioramento del testo iniziale e, alla fine, l’Osservatorio ha dato parere favorevole all’unanimità, sia sul punto dell’assunzione sia su quello della maggiore rotazione nelle sedi formative”.
 
Endrius Salvalaggio

10 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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