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Personale. Cimo alla Regione: “Discussione riparta da pronte disponibilità e da sostituzioni per gravidanza”

Ripresi i confronti fra la dirigenza medica e la Regione Veneto. Per la revisione degli organici la Cimo chiede di tenere conto della forte presenza femminile tra i medici: “Dobbiamo rivedere la pianta organica negli ospedali per consentire alle donne medico di diventare anche madri”. Ma anche per permettere al personale di godere delle ferie estive “senza gravare su chi che resta a lavorare con ore straordinarie o mancati riposi”. Per la Cimo la revisione degli organici dovrà anche essere adeguato alla pronta disponibilità, che dovrà essere aggiornata in termini economici.

di Endrius Salvalaggio
03 APR - Dopo un comprensivo stop, legato all’emergenza coronavirus, sono ripresi i confronti mensili fra la dirigenza medica e la Regione Veneto. Fra i tanti temi oggetto di discussione, Cimo Veneto porta avanti la sua battaglia su due questioni in particolare: la revisione degli organici e l’indennità di pronta disponibilità. “C’è un tavolo di confronto fra parti sindacali e Regione Veneto – illustra il Segretario regionale del sindacato, Giovanni Leoni - che dopo un naturale stop, vista l’epidemia Covid-19 in corso, è ripartito questa settimana. Come Cimo, vogliamo che la discussione parta da quella che è la conciliazione della vita professionale con le nostre famiglie, a maggior ragione se stiamo parlando di dottoresse neo mamme, e della pronta disponibilità”. Due temi che riteniamo fondamentali per la dirigenza medica attesa la presenza crescente delle componente donna all’interno degli ospedali”.
 
Per la revisione degli organici Cimo Veneto chiede di avere un numero di medici sufficienti che permetta a tutti i sanitari di ruotarsi a seconda dei bisogni, in particolare modo se si tratta di dottoresse che, dopo la laurea e la specializzazione, decidono di avere un figlio. “Stiamo parlando di uno scenario abbastanza recente e mai risolto: mi spiego; fino ad una decina di anni fa il personale medico contava una predominanza pressoché maschile, che ad oggi non è più così. Quindi, se vogliamo dare la possibilità che una collega medico finiti gli studi possa anche diventare una mamma e, quindi, che possa assentarsi dal posto di lavoro, dobbiamo rivedere la pianta organica negli ospedali veneti affinché si permetta alle donne medico di diventare anche madri e che nei periodi estivi tutto il personale ospedaliero possa usufruire dei quindici giorni di ferie così come previste per contratto, senza gravare sul personale che resta a lavorare con ore straordinarie o mancati riposi”, spiega Giovanni Leoni.
 
La seconda questione che Cimo Veneto sta sollevando negli incontri con la Regione Veneto, è l’istituto di pronta disponibilità ossia, come sostiene il Segretario regionale, meno personale disponibile comporta una richiesta di maggiore reperibilità da parte dei sanitari attualmente in forza e questo alla lunga potrebbe diventare un problema.
 
“La pronta disponibilità riguarda ad esempio il chirurgo, il ginecologo, il cardiologo o il radiologo che deve fare una Tac urgente, ma anche quella del medico che fa consulenza – conclude il Segretario Cimo Veneto – E’ chiaro che la pronta disponibilità dovrà essere aggiornata in termini economici perché ferma da circa trent’anni ad un euro all’ora. Inoltre, la revisione degli organici dovrà essere adeguata a questi istituti perché è strettamente collegata alla vita del medico ospedaliero. Il limite effettivo di 10 pronte disponibilità al mese dovrà consentire un adeguato periodo di riposo, in particolare per le nostre dottoresse che devono avere garantita la possibilità di essere mogli e madri”.
 
Endrius Salvalaggio

03 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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