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Sangue. Brunello (Avis Veneto): “Aumentano le donazioni ma restano i problemi strutturali del sistema”

Nei mesi di aprile e maggio, nonostante il covid, i donatori sono aumentati in media del 15-20% rispetto agli stessi due mesi dell’anno precedente, con punte del 33-35% in alcune province. “Ma restano irrisolti i punti cardini per le donazioni di sangue: la carenza dei medici nei centri trasfusionali e gli orari dell’apertura dei centri per le donazioni, che vorremmo estendere nei giorni festivi con orari ampi”.

di Endrius Salvalaggio
29 GIU - Aumentano, in Veneto, le donazioni di sangue, con l’ingresso di nuovi donatori in maggioranza giovani. Ma la situazione del sistema non cambia dal punto di vista strutturale. Perché, come denuncia il presidente Avis Veneto Giorgio Brunello, non sono ancora stati risolti i problemi inerenti la carenza dei medici per i centri trasfusionali e le aperture dei centri con orari più a portata di donatore.

In Veneto sono 130 mila i donatori iscritti all’Avis. Nel periodo antecedente la pandemia, le donazioni di sangue stavano vivendo un momento di flessione, tanto da costringere alcune province ad approvvigionarsi fuori territorio. Negli ultimi mesi, finalmente una inversione di tendenza con un incremento delle donazioni. Si calcola che nei mesi di aprile e maggio, nonostante l’emergenza covid, le nuove idoneità, per quanto riguarda le Avis del Veneto, siano aumentate in media del 15-20% rispetto agli stessi due mesi dell’anno precedente, e se in alcune province si è registrato un incremento del 13-14%, in altre si sono toccate punte del 33-35%. La stragrande maggioranza dei nuovi iscritti ha tra i 18 e i 35 anni.

“Ad inizio anno eravamo con le donazioni in calo. A quel punto, con il Ministero della Salute, Avis Veneto, il Governatore Luca Zaia, abbiamo fatto un appello corale ad andare a donare. Questa campagna ha fatto quello che doveva fare, e cioè dare stimolo ai donatori a continuare a donare durante la pandemia, e a tanti cittadini a farlo per la prima volta”, spiega il presidente Avis Veneto-

Con la ripresa degli interventi chirurgici la richiesta di sangue sta via via crescendo. A preoccupare Brunello il fatto che “siamo ridosso dei mesi di luglio-settembre, dove molti cittadini andranno in vacanza e non a donare sangue. Anche se i donatori hanno risposto con enorme generosità agli appelli all’inizio dell’epidemia, permettendo da una parte ai nostri ospedali di avere sufficienti scorte di sangue per malati e per emergenze nelle settimane di quarantena, dall’altra di crescere come associazione grazie al numero elevato di nuovi iscritti, per la maggior parte giovani, ora bisogna mantenere il trend”, evidenzia il presidente Avis Veneto ricordando come la donazione sia "un gesto volontario importante perché il sangue donato, il plasma ed i plasmaderivati rivestono un ruolo fondamentale in situazioni di primo soccorso, emergenza/urgenza, interventi chirurgici, trapianti di organi, tessuti e midollo osseo, malattie oncologiche ed ematologiche, anemie, ustioni, emofilia, immunodeficienze, ustioni, patologie del fegato ecc..”.

A preoccupare Brunello anche gli aspetti strutturali del sistema di donazione di sangue: “La carenza dei medici nei centri trasfusionali e gli orari dell’apertura dei centri per le donazioni che, come richiesto più volte al Governo regionale, chiediamo si possano estendere anche nei giorni festivi con orari ampi”.
 
Per i cittadini che volessero avvicinarsi al dono per la prima volta, l’invito è a contattare le Avis provinciali o la segreteria di Avis regionale Veneto (0422 405088), per tutte le informazioni sull’iter da seguire. Sito www.avisveneto.it

Endrius Salvalaggio

29 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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