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Coronavirus. Zaia: “Dati non positivi, preoccupa reinfezione e mancato rispetto delle misure di prevenzione”. La sanità di nuovo allo Stato? “Una follia”

Otto i positivi in più in veneto ieri, 35 le persone in più in isolamento e 5 i ricoverati in più del giorno precedente. Dati non positivi per il governatore, che mette in guardia da “questa aria di gioia”, perché “ci stiamo predisponendo tutti per metterci nei guai. Rispettate le misure di prevenzione”. E sulla discussione politica in merito al un ritorno a una gestione centralizzata della sanità, Zaia risponde: "È una follia. Non c'è modello organizzativo che miri ad allungare la catena decisionale anzi, l'obiettivo è sempre accorciarla. Ma da Roma è evidente che qualche resistenza c'è”.


01 LUG - In Veneto 8 nuovi casi di positività al coronavirus ieri rispetto al giorno precedente, 35 persone in isolamento in più e 5 ricoverati in più. Tra gli 8 positivi c'è una signora di 90 anni della casa di riposo di San Pio X di Cordignano, dove c'è un focolaio attivo con ancora tre positivi. Poi ci sono madre e figlio stranieri residenti a Vicenza, di 24 anni e 3 mesi, e un ricoverato di 39 anni di Padova. Sono alcuni dei dati presentati ieri dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso del consueto punto stampa.

Dati su cui Zaia ha voluto porre grande attenzione perché, ha detto, “la festa della liberazione non funziona. La sanità del Veneto ha consegnato un Veneto pressoché in ordine dopo tre mesi di lockdown, di terapie e di attività. Il mondo della sanità del Veneto ha riconsegnato la macchina con tagliando ai veneti. A differenza di febbraio-marzo però oggi abbiamo le spiagge piene. L’assembramento è qualcosa che viene spontaneo. Io non ho nulla contro i comportamenti umani ma ce l'ho nei confronti dei quali non rispettano neanche le minime regole”.

“Sappiate  - ha proseguito il Governatore - che questi indicatori per me non sono buoni: otto contagiati in più e trentacinque persone isolate per me non sono un momento di vanto. Qualcuno dice che statisticamente è un fatto isolato, ma in una condizione ottimale il fatto isolato non ci deve stare. Io continuo a dire ai cittadini: ‘Attenzione a questa aria di gioia’. Forse è la quiete dopo la tempesta. Ma se siamo prima della tempesta, ci stiamo predisponendo tutti per ritrovarla e metterci nei guai. Ricordiamo che è un virus che ha comportamenti incomprensibili. C’è poco da scherzare."

Per Zaia è necessario “trovare un punto di equilibrio. Oggi non siamo più nella fase 2, siamo entrati nella fase `limbo´, dove andiamo avanti o andiamo indietro. Inauguriamo questa nuova fase in cui ognuno di noi deciderà se vuole andare allo schianto o cercare di salvare la propria vita e quella degli altri cittadini. Perché la fase della convivenza ormai l'abbiamo vissuta, è iniziata il 18 maggio e finisce con oggi con 8 casi in più e 35 isolati. Bisogna aprire un piccolo `warning´ con la crescita dei casi di oggi. Magari sarà inutile - ha concluso Zaia -, ma ho l’obbligo dell’obiettività, di non diffondere allarmismi ma di dire ai cittadini di fare attenzione. Evitate di stringervi le mani. Anzi, disinfettatele spesso. La mascherina nei luoghi chiusi e negli assembramenti e poi, chiaramente, il distanziamento sociale”.

Zaia ha poi risposto a una domande dei giornalisti in merito alla discussione politica su un ritorno a una gestione centralizzata della sanità. “È una follia, che coinvolge pochi”, ha risposto. “Ma sono pronto a proporre un referendum per chiedere ai veneti se vorranno farsi curare da Roma o da Venezia”.

“Non c'è nessun modello organizzativo - ha osservato il governatore veneto - che allunga la catena decisionale, l'obiettivo è sempre quello di accorciarla. E poi immaginate le caratteristiche diverse di tutti i territori. La trovo una follia oltre che irrispettoso nei confronti della Costituzione. Se comunque qualche esponente del Governo decide di farlo, è ovvio deve modificare la Costituzione”.

Per Zaia “il problema è piuttosto che, da Roma, non ci danno risposte sull’Autonomia. Significa che allora qualche resistenza a Roma c’è. Ora parlano anche di toglierci la sanità”.


 

01 luglio 2020
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