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Covid. Doppio tampone per i lavoratori che entrano in Veneto da Paesi extra Ue

Lo prevede una nuova ordinanza della Regione. Prevista anche una denuncia per chi, positivo al test, rifiuta il ricovero ospedaliero. Sanzione di 1.000 euro per i lavoratori dell'azienda che si rifiuteranno di sottoporsi al tampone. L'ORDINANZA, ALLEGATO


06 LUG - “A noi interessa che il virus non si diffonda e non è una questione di razzismo. Siccome il Veneto si è sempre dimostrato all'avanguardia, la nuova ordinanza è semplice da un lato perché comprensibile a chiunque, ma dall'altro anche complicata perché bisognerà lavorare di più per limitare il più possibile i contagi”. È quanto ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, oggi presentando la nuova ordinanza regionale in vigore fino al prossimo 31 luglio.
 
“Un'ordinanza che - ha spiegato - prevede l'obbligo di isolamento fiduciario di 14 giorni per le persone entrate in contatto con cittadini positivi al tampone che tornano o arrivano da Paesi extra Schengen. Un isolamento previsto anche per le persone che, rientrando in Veneto dall'estero, dai Paesi `non sicuri´, risulteranno avere una temperatura superiore a 37,5 gradi e difficoltà respiratorie. Le Ulss poi potranno disporre l'isolamento in strutture alberghiere o extra-ospedaliere nel caso in cui il soggetto positivo viva con i familiari in uno spazio ristretto”.
 
“Le novità più importanti riguardano i lavoratori delle aziende - ha sottolineato il presidente - Vi sarà l'obbligo di un doppio test del tampone per tutti i lavoratori che rientrano in Veneto dai Paesi esteri che non fanno parte della lista dei 36 Stati stabilita dalla Regione, in pratica dai Paesi extra Ue. Inoltre i lavoratori (e le badanti in primis) dovranno sottoporsi a un secondo tampone di accertamento, anche se il primo è risultato negativo”, ha precisato.
 
“I cittadini non lavoratori che arriveranno in Veneto da un Paese non compreso nella lista dei 36 Stati considerati non a rischio dovranno invece passare 2 settimane in isolamento obbligatorio - ha proseguito Zaia - Le Ulss dovranno comunicare obbligatoriamente quali sono le persone in isolamento ai sindaci dei vari Comuni di residenza e alle Prefetture”.
 
“Chi rifiuterà il ricovero ospedaliero dopo essere risultato positivo al test e come richiesto dai sanitari, sarà denunciato immediatamente all'autorità giudiziaria - ha evidenziato il governatore - ma l'ordinanza prevede anche una sanzione di mille euro anche per i lavoratori dell'azienda che si rifiuteranno di sottoporsi al tampone. Sanzioni previste anche per le aziende che non segnaleranno all'Ulss di competenza di avere dipendenti da sottoporre ai test perché rientrati dall'estero”.
 
“Fino ad oggi - ha ricordato Zaia - chi partiva e tornava in Veneto entro 120 ore di soggiorno, secondo il Dpcm in vigore, non veniva sottoposto alla quarantena. Oggi con questa ordinanza risolviamo questo vulnus: anche chi rientra dopo un soggiorno all'estero inferiore ai 5 giorni sarà sottoposto a controlli, Ma il Governo dovrà darci una mano sul fronte dei controlli”.

06 luglio 2020
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