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Tamponi obbligatori per i Mmg o convenzione a rischio. Smi e Fismu contro Zaia: “Non alzi la voce contro i medici”

Liliana Lora, segretario regionale Veneto, e Franca Mirandola della Fismu, intervengono sulla recente ordinanza emanata dal governatore che promette sanzioni per i mmg che non eseguiranno i test rapidi. “Non siamo codardi. Ma riteniamo che ad un professionista (come a qualsiasi persona) si debba rispetto e si chieda collaborazione, dandogli gli strumenti per poterla offrire”, scrive Lora con riferimento alla necessità di tutelare la salute dei pazienti ma anche dei medici. E Mirandola osserva: “Il copione è lo stesso: mettere in trincea i medici puntando sull’emergenza e il sacrificio delle persone”. LA LETTERA DELLO SMI  e LA LETTERA DELLA FISMU
 


03 NOV - Non sono andati giù allo Smi Veneto e alla Fismu i toni del presidente della Regione, Luca Zaia, che nell’ordinanza con cui si stabilisce in modo inequivocabile l'obbligo dell'esecuzione dei tamponi per i medici di medicina generale, pena: la possibile perdita della convenzione.

Liliana Lora, segretario regionale Veneto, ha preso carta e penna e ha risposto a Zaia con una lettera aperta. “Ho fatto molta fatica a trovare le parole per rappresentarle la mia delusione nel sentire i Suoi toni di questi giorni nei confronti della nostra categoria professionale. Era necessario e così importante per rafforzare la sua immagine utilizzare i toni e le parole che ha usato? ‘Rendere obbligatorio per i medici di famiglia …. in caso contrario saranno sanzionati fino anche alla revoca della convenzione’”.
 
Lora evidenzia come, se il Veneto, è riconosciuto un  sistema di assistenza territoriale di eccellenza, è merito dei suoi professionisti. “Siamo noi o no ad aver dato luogo allo splendido progetto delle medicine di gruppo integrate che per decisione regionale sono poi state bloccate nella loro completa realizzazione?”.

Passando alla questione tamponi, la segretaria Smi precisa a Zaia: “Non siamo codardi, noi medici di famiglia, non ci nascondiamo per non lavorare, Presidente! riteniamo solamente che ad un professionista (come a qualsiasi persona) si debba rispetto e si chieda collaborazione, dandogli gli strumenti per poterla offrire”. E “la nostra preoccupazione principale è la tutela degli assistiti affetti da qualsiasi patologia (non solo COVID), ma anche dei colleghi. Non possiamo permetterci di perderne ancora per questo”.
 
Sulla stessa linea la Fismu, che si è rivolta a Zaia con una lettera aperta a firma di Franca Mirandola, dirigente nazionale Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, medico di famiglia di Verona. La sindacalista fa notare anzitutto a Zaia che, “tra le conseguenze più comuni di questa delibera, è bene che lo sappia”, c’è il fatto che “siamo sommersi da centinaia di richieste di tamponi, nonostante la Regione non abbia ancora predisposto nulla. Ore di telefonate e spiegazioni sottratte alla cura dei pazienti”.
E poi, osserva Mirandola, “Ancora una volta il copione è lo stesso: mettere in trincea i medici. In questo caso, per i tamponi, sono di nuovo quelli di famiglia, di continuità assistenziale e del 118. Sempre puntando sull’emergenza e il sacrificio delle persone”.
 
Infine, una provocazione:
“Gentile Governatore: per fare un tampone, basta fare un mini corso non è necessario un medico, vada lei è la sua giunta a farli, magari viene anche il ministro Speranza (che ha tanto celebrato l’accordo nazionale) senza dispositivi di sicurezza, come chiedete a noi”. La sindacalista della Fismu ribadisce quindi, che “quell’accordo nazionale è inadeguato rispetto alla gravità della situazione, e abbiamo considerato la sua delibera un abuso interpretativo”.

03 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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