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Griglia Lea. Zaia (Veneto): “La nostra sanità al primo posto, siamo riusciti a rispettare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione”

“Il risultato non deve rallentare però la ricerca di migliorare e quindi va valutato anche come uno stimolo ad andare avanti perché in sanità chi sta fermo, in realtà arretra. Il Veneto e i veneti vogliono progredire e non ci saremmo riusciti, ad esempio, se negli anni scorsi non avessimo rinnovato e affinato la programmazione con un nuovo Piano sociosanitario e con importanti investimenti in tecnologie e organizzazione in rete”.


06 NOV - “Un primato di cui andar fieri. Lo dedico ai veneti e a tutta la squadra che ha lavorato e lavora ogni giorno sia nella fase operativa dell’erogazione dei servizi, sia in quella della programmazione. Tutti sempre impegnati a dare il meglio, sia nei momenti di tranquillità che in quelli di difficoltà e tensione, quando occorre aver programmato bene, diagnosticare con precisione e saper curare al meglio possibile chi sta male”.
 
E’ questo il commento del Presidente della Regione, Luca Zaia, alla pubblicazione da parte del Ministero della Salute della griglia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che vede il Veneto al primo posto tra le Regioni italiane per la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini.
 
“Non è una classifica – aggiunge Zaia – ma un esame approfondito su un gran numero di parametri, tra i quali l'adesione agli screening oncologici i parti cesarei, il tasso di vaccinazione, i ricoveri inappropriati e molti altri. Ottenere 222 punti su un massimo di 225, rispetto a una media nazionale di 199, significa essere riusciti a rispettare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, impresa che si fa di anno in anno più difficile, ancor più in questa fase storica nella quale il Covid costituisce uno stress test che fa tremare i polsi”.
 
“Il risultato non deve rallentare però la ricerca di migliorare – conclude il Governatore – e quindi va valutato anche come uno stimolo ad andare avanti perché in sanità chi sta fermo, in realtà arretra. Il Veneto e i veneti vogliono progredire e non ci saremmo riusciti, ad esempio, se negli anni scorsi non avessimo rinnovato e affinato la programmazione con un nuovo Piano sociosanitario e con importanti investimenti in tecnologie e organizzazione in rete”.

06 novembre 2020
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