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Liste d’attesa. Leoni (Cimo Veneto): “Cup presi d’assalto. Si attivino le prestazioni aggiuntive”

Le liste d’attesa non si riducono e in questi giorni, con la ripartenza delle attività negli ospedali, le prenotazioni sono state migliaia. Per far fronte a questa mole di lavoro ci vorrebbe più personale e il prolungamento degli orari di attività. Da qui la richiesta dell'esponente sindacale per attivare subito il meccanismo contrattuale che prevede l'acquisto dell'azienda di prestazioni aggiuntive dai propri medici, proprio per snellire le liste d'attesa

di Endrius Salvalaggio
08 FEB - “In questi giorni la Regione Veneto ha autorizzato la riapertura degli ospedali alle visite e prestazioni ambulatoriali. Si sta assistendo ad un vero e proprio assalto ai Cup con circa decine di migliaia di visite, prestazioni strumentali ed interventi chirurgici da riprogrammare e che contano quelle prenotate prima della sospensione delle attività con quelle sopraggiunte, e mai prenotate, negli ultimi mesi”. A lanciare l’allarme è Giovanni Leoni segretario di Cimo Veneto Fesmed Veneto. Per cui esiste una sola soluzione immediatamente attuabile: il ricorso alle prestazioni aggiuntive.

“Riscattare decine di migliaia visite, la cui entità regionale è in fase di calcolo globale, azienda per azienda, con i soliti percorsi standard sarà impensabile”, scandisce Leoni. “Se chiudere le prestazioni ospedaliere non urgenti e l’attività libero professionale per così tanto tempo è stata una scelta di poche regioni in Italia, adesso per recuperare l’arretrato appare necessario attivare l'istituto  contrattuale delle prestazioni aggiuntive come è avvenuto nel 2020, dopo la prima ondata Covid-2019, in forza dell’articolo 115, comma 2, del CCNL 19.12.2019”.
 
“Vista la quantità di prestazioni arretrate accumulatesi – sottolinea il segretario di Cimo Veneto –  l'acquisto dell'azienda di prestazioni aggiuntive dai propri medici è l’unica strada percorribile. Valorizzare la professione medica passa anche attraverso questi modelli nel pieno rispetto delle regole contrattuali”.
Secondo Leoni i cittadini hanno il diritto di poter accedere ai servizi sanitari dalle Regione Veneto, come ad esempio visite, esami strumentali ed interventi chirurgici, tutto in tempi congrui come è sempre stato, ribadendo l’importanza di una programmazione che tuteli gli esenti ticket per reddito, per invalidità e per gravi patologie, e quindi pazienti che devono sempre poter contare sul loro SSr non avendo la possibilità economica di pagare prestazioni private.

Endrius Salvalaggio

08 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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