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Formazione complementare Oss. Tar Veneto sospende la delibera del Veneto

Il Tar non entra nei dettagli, ma sostiene che “le censure di parte ricorrente, per quanto sia necessario un puntuale approfondimento nell’appropriata sede di merito, anche in considerazione dell’estrema delicatezza della questione oggetto di giudizio, paiono presentare, ad un esame sommario, profili meritevoli di favorevole considerazione”. Lanzarin: “Si rischia di bloccare le attività e la programmazione sanitaria negli ospedali e nelle case di riposo. Non ci resta che rivolgerci al Consiglio di Stato”. L’udienza di merito è fissata per il 15 dicembre 2021. L’ORDINANZA DEL TAR


09 LUG - “Considerato, invero, da un lato, che le censure di parte ricorrente, per quanto sia necessario un puntuale approfondimento nell’appropriata sede di merito, anche in considerazione dell’estrema delicatezza della questione oggetto di giudizio, paiono presentare, ad un esame sommario, profili meritevoli di favorevole considerazione e, dall’altro, che appare comunque opportuno mantenere la res adhuc integra nelle more della decisione nel merito, anche tenendo conto del bilanciamento dei contrapposti interessi, e restando comunque salva ogni pronuncia in rito, di merito e sulle spese del giudizio”. Con queste motivazioni il Tar del Veneto ha deciso di accogliere la richiesta di sospensiva cautelare della contatta deliberazione della Giunta regionale del Veneto 16 marzo 2021, n. 305, pubblicata nel BURV 2 aprile 2021 n. 45, avente per oggetto “Approvazione del percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell'Operatore Socio-Sanitario”.

A presentare ricorso era stata la Fnopi con gli Opi veneti, ma accanto a loro, ad adiuvandum, sono intervenuti anche il Migep e gli Opi di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Sondrio, Varese, Pavia, Mantova, nonché gli Opi di Oristano, Trento, Bolzano e Roma. Insomma, una vera e propria rivolta degli infermieri contro la delibera che, del resto, aveva sollevato forti critiche da subito.

La Regione, tuttavia, resta convinta del suo operato. Anche perché, dichiara l’assessore alla Salute Manuela Lanzarin in una nota, “la situazione è molto seria e molto problematica: ad oggi, le Ulss stanno prestando i loro infermieri alle case di riposo. Questo significa che anche negli ospedali le attività vengono ridotte o, comunque, non vengono esercitate come si vorrebbe. Le case di riposo continuano a rimanere in affanno e, all’orizzonte, non vediamo nuovi infermieri e questa situazione, lo ribadisco, dipende moltissimo da una  programmazione nazionale errata”.

Le ordinanze del Tar, evidenzia poi Lanzarin, "non indicano in nessun modo né le ragioni di illegittimità del provvedimento né tantomeno il danno che deriverebbe a carico degli infermieri da un mero intervento di formazione complementare qual è quello previsto dalla delibera impugnata. Non é stato in alcun modo considerato lo stato di emergenza che in tema di personale affligge le case di riposo e che é stato fatto presente in udienza dalla Regione, anche evidenziando come alcune strutture devono per questo motivo trasferire alcuni ospiti in ospedale. Per questa emergenza la Regione ha insistito per l’avvio della formazione facendo presente che in ogni momento c’è lo spazio per il confronto con tutte le rappresentanze per arricchire il percorso e condividere le soluzioni”.

“Questa sospensiva – ha concluso l’Assessore - ci blocca finché- crediamo in dicembre - non conosceremo il merito della decisione: una situazione che rischia di mandare a monte la nostra programmazione. A questo punto non resta che rivolgersi al Consiglio di Stato”.

09 luglio 2021
© Riproduzione riservata

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