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Abruzzo. Paolucci (Pd): “Debito sanità da 200-300 mln”. Ma l’assessore Verì smentisce: “Nessuna voragine”

Il capogruppo del Pd, nonché ex assessore regionale alla salute, parla di “una situazione allarmante, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sulla comunità, in termini di qualità e offerta sanitaria e anche dei servizi”. Ma l'attuale responsabile della Sanità abruzzese rimarca come i 200 milioni di cui parla l’opposizione siano calcolati sulle proiezioni delle Asl al 30 giugno. “Un passaggio intermedio che non tiene conto del valore dei ricavi, normalmente definiti nel secondo semestre dell’anno”.

03 NOV - Botta e risposta tra l’ex assessore alla Salute e capogruppo Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci, e l'attuale assessore alla Salute Nicoletta Verì, con il primo che denuncia un buco da “200-300 milioni di euro" nella sanità regionale e Verì che smentisce.

La situazione, per Paolucci, è "allarmante, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sulla comunità, in termini di qualità e offerta sanitaria e anche dei servizi, non a caso, oltre lo stallo che denunciamo ormai da 18 mesi, c’è la crescente mobilità passiva che porta e porterà sempre più abruzzesi a curarsi fuori regione, come documentano tante storie di cronaca degli ultimi mesi. Nonostante ciò l’esecutivo ha continuato la sua politica di annunci, rimanendo negligente verso i tavoli ministeriali e facendo mancare una programmazione essenziale perché il diritto alla salute e alla cura sia assicurato”. Per Paolucci la regione sarebbe anche a “rischio di un nuovo commissariamento”. "I 200 milioni di deficit - spiega - sono infatti già il 10% del fondo sanitario regionale, bisogna stare entro il 5% per evitare di finire di nuovo commissariati oppure, come forse accadrà, chiedere indulgenza politica per non arrivarci di nuovo, nonostante le drammatiche cifre di una realtà della sanità abruzzese sempre più ridotta in macerie da chi dovrebbe amministrarla”.

Nicoletta Verì ha risposto con una nota alle notizie sul deficit sanitario: “Puntuali, come ogni anno in questo periodo, le minoranze scatenano il solito allarme sui conti della sanità, agitando lo spettro del commissariamento e introducendo un loro principio rivoluzionario nella contabilità: la chiusura dei bilanci annuali non il 31 dicembre, ma liberamente in un qualunque giorno dell’anno. E soprattutto prima dell’Intesa Stato-Regioni che definisce il riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2022 (e dunque le risorse disponibili), che ad oggi non è ancora arrivata”, scrive Verì.

“Come ho già spiegato lo scorso anno, e prima ancora nel 2020 e anche nel 2019 – continua l’assessore – gli equilibri di bilancio vengono certificati dal Tavolo di Monitoraggio nella primavera successiva all’anno di riferimento: vale a dire che il responso sul 2022 lo avremo solo nella primavera 2023. Vorrei sapere sulla base di quali poteri divinatori, PD e M5S ogni fine anno rilanciano questi allarmi, venendo sistematicamente smentiti dai fatti e dalle certificazioni dei tecnici del ministero”.

L’assessore rimarca come i 200 milioni di cui parla l’opposizione siano calcolati sulle proiezioni “a chiudere” delle Asl, che si basano sui dati di bilancio al 30 giugno. “Un passaggio intermedio – prosegue – che non tiene conto soprattutto del valore dei ricavi, normalmente definiti proprio nel secondo semestre dell’anno, che riguardano sia il valore della produzione, sia i risultati delle azioni messe in campo dalle Asl per efficientare la spesa, sia tutte quelle entrate (come i payback farmaceutico o della protesica) che non sono ancora calcolati, perché legati a provvedimenti statali”.

Verì non nasconde che la situazione non sia semplice. “Non dimentichiamo che i maggiori trasferimenti statali – puntualizza – non hanno coperto i maggiori costi sostenuti per far fronte all’emergenza pandemica e che al momento non sono state neppure definite compiutamente le misure sull’aumento dei costi energetici, ad oggi tutti a carico del bilancio delle aziende sanitarie. In questi mesi, però, la Regione non è certa rimasta a guardare l’evolversi degli eventi, ma è intervenuta fattivamente concordando piani con le singole aziende e confrontandosi sui tavoli nazionali insieme alle altre Regioni italiane, tutte alle prese con difficoltà simili. La Regione Abruzzo ha scelto, anche per il 2022, di non penalizzare gli investimenti su tecnologia e soprattutto sul personale, che in anni fin troppo recenti ha rappresentato la sola leva su cui si interveniva per far quadrare i conti, a scapito della qualità dell’assistenza”.

Un ultimo passaggio, l’assessore lo riserva agli strumenti di programmazione. “La nuova rete ospedaliera – conclude – non è stata oggetto di ulteriori osservazioni da parte del ministero e siamo quindi in attesa del via libera definitivo, che porterà al successivo iter in Consiglio regionale. Sulla rete territoriale, invece, sono già state avviate le fasi di confronto con le parti sociali ed entro dicembre sarà recepita con provvedimento, in linea con le scadenze stabilite dal ministero”.

03 novembre 2022
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