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Punti nascita. Febbo (Commissione Vigilanza): “Da Giunta irresponsabile chiusura al confronto”

L'obiettivo è evitare la chiusura di 4 punti nascita abruzzesi grazie alle ultime indicazioni ministeriali. Per Febbo “l'atteggiamento di totale chiusura" mostrato dall'assessore alla Sanità Silvio Paolucci "è da mettere in relazione con la nebulosa riorganizzazione della rete ospedaliera, anche in questo caso tenuta nascosta al Consiglio e, quindi, ai cittadini abruzzesi".

02 DIC - Delusione in Consiglio Regionale per l’esido dell’audizione tenuta ieri dall'Assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci, per discutere della vicenda della chiusura dei punti nascita di Sulmona, Ortona, Penne e Atri, oltre che della riorganizzazione della rete ospedaliera. Paolucci ha sottolineato come la Regione Abruzzo, per la prima volta in 40 anni, avrà un percorso nascita “completamente sicuro” grazie a un investimento di 10 milioni di euro. Ma, come riferito dalla Commissione, ha negato ogni possibilità di apertura al confronto per salvare 4 dei punti nascita che dovrebbero essere chiusi in base agli standard di 500 parti annui alla luce delle più recenti indicazioni del ministero della Salute che, in sintesi, ha stabilito la possibilità di deroga per i piccoli punti nascita nelle aree montane.

"Dal governo regionale emerge ancora una volta irresponsabilità e mancanza di disponibilità a riaprire il confronto al fine di evitare la chiusura dei quattro Punti nascita abruzzesi", afferma in una nota il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, a margine dell'audizione di Paolucci. "In Commissione di Vigilanza abbiamo chiesto il riesame delle procedure, e, alla luce del così detto decreto Lorenzin dell'11 novembre scorso, di integrare il Comitato Percorso nascita regionale con nuove professionalità ‘indipendenti’ che possano ampliare il confronto scientifico – aggiunge ancora il Presidente Febbo –. Dalla rilettura dei due pareri emessi dal CPNR, peraltro, si evince come non corrisponda per tutti i casi il criterio orografico rispetto ai limiti temporali legati alla sicurezza. In Commissione di Vigilanza abbiamo accertato, infatti, che il Presidio ospedaliero ‘San Massimo’ di Penne, che abbraccia un'area montana dove gravitano paesi come Farindola, Villa Celieria o Civitella Casanova, o il ‘San Liberatore’ di Atri, su cui si riversano gli utenti dei centri di Arsita e Bisenti, potrebbero ottenere la deroga ministeriale. Peraltro – prosegue il Presidente Febbo – l'atteggiamento di totale chiusura mostrato oggi dall'Assessore Paolucci è da mettere in relazione con la nebulosa riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche in questo caso – conclude Febbo – la proposta fatta dal governo regionale è tenuta ancora una volta nascosta al Consiglio e, quindi, ai cittadini abruzzesi".

Per il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, "è evidente, e noi più volte lo abbiamo detto, che la chiusura del Punto nascita di Penne comporterà, con la nuova riorganizzazione della rete emergenza-urgenza, anche il declassamento del pronto soccorso. La conseguenza, quindi, è la chiusura dell'ospedale San Massimo. Sono queste le reali intenzioni del Partito democratico e del Presidente Luciano D'Alfonso, che oggi l'Assessore regionale Silvio Paolucci ha confermato in Commissione di Vigilanza. Il sindaco Rocco D'Alfonso anziché perdere tempo con amene letterine e proclami bucolici, sfiduciasse il suo Presidente, artefice – conclude Sospiri – del collasso della sanità vestina”.

02 dicembre 2015
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