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Vendola (Puglia) e Lusenti (Emilia Romagna): “Sanità non può sostenere altri tagli”

30 MAG - In sanità si è tagliato fino all’osso. Se si continua a taglia “non si colpiscono né sprechi né corruzione, ma il diritto dei cittadini ad essere curati”. È questa la posizione del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, condivisa anche dall’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, Carlo Lusenti. Per entrambi infatti, come riportano le dichiarazioni pubblicate sulla newsletter quotidiana del Cinsedo, la sanità italiana “è anoressica” e “non potrebbe sopportare un’altra cura dimagrante”. Ma, sottolinea Vendola, “altro discorso riguarda la spending review di tutta la qualità dei flussi di spesa e lì ognuno deve impegnarsi a dare il meglio”.

Tuttavia, secondo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, “in tutta Italia si rischia che sia compromesso già oggi il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. Un'altra contrazione del fondo sanitario nazionale può avere conseguenze drammatiche sul diritto all'assistenza sanitaria”.

Vendola ha anche scritto al ministro Fornero per “conoscere con precisione l’effettiva dotazione finanziaria messa a disposizione della Regione Puglia per gli ammortizzatori sociali in deroga” e per “sollecitare un’assicurazione sulla disponibilità delle risorse e sul loro urgente impegno”. “Pur avendo registrato a livello regionale nello scorso anno un aumento netto degli occupati – spiega Vendola -, il sistema degli ammortizzatori sociali è posto infatti in una situazione di forte tensione. I dati forniti dall’Inps relativi alla spesa sostenuta dalla nostra Regione nel solo anno 2011 evidenziano infatti un utilizzo massiccio della Cassa Integrazione in deroga, cui si aggiungono, per la mobilità in deroga circa 15 mila richieste di concessione”. E i dati di previsione, quanto al ricorso agli ammortizzatori sociali, per il 2012 “non appaiono confortanti. D’altro canto, mai come in questo periodo, l’istituto della Cassa Integrazione sta fungendo da indispensabile ‘ammortizzatore’ di tensioni e drammi sociali che diversamente sarebbero destinati ad esplodere, con imprevedibili conseguenze”.

Preoccupato anche l'assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna, Carlo Lusenti, sui rischi di ulteriori tagli in sanità per la tenuta del sistema: “Siamo gia' arrivati a un punto in cui anche chi non ha più 'grasso' da tagliare dovrà tirare forte la cinghia”. Se queste sono le condizioni, secondo Lusenti, riavviare il tavolo per il Patto della Salute è “paradossale”. “Era stato avviato – spiega - prima di Natale 2011 in modo ambizioso: chiudere entro l'anno”. Ma, sottolinea, “il Patto della Salute nasce sulla base di uno scambio istituzionale molto chiaro: cessione di sovranità in cambio di risorse. Ora le risorse si riducono in un modo così significativo che le Regioni lo reputano insostenibile per la tenuta del Ssn. A me sembra paradossale che adesso si debba celermente riavviare quel tavolo quando la chiusura della Conferenza Stato-Regioni del 10 maggio fa chiaramente capire che l'intenzione e' di ridurre ulteriormente di circa 2 miliardi i finanziamenti del Fondo sanitario nazionale. Le condizioni per fare un Patto – conclude Lusenti - non c'erano prima e mi sembra che ci siano ancora meno adesso”.
 

30 maggio 2012
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