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Per migliorare la Sanità in Calabria servono progetti concreti

21 MAG - Gentile Direttore,
i profondi cambiamenti a cui sono andati incontro negli ultimi decenni la società e la medicina ed il continuo susseguirsi di innovazioni tecnologiche, diagnostiche e terapeutiche, impongono oggi un permanente processo di aggiornamento e revisione delle politiche sanitarie.
 
È cambiato il quadro demografico generale, il basso tasso di fecondità e la maggiore longevità hanno infatti modificato profondamente la piramide demografica della popolazione italiana, cosi come è  cambiata la struttura sociale del nostro paese non più fondata sulla famiglia tradizionale allargata e caratterizzata  oggi da classi sociali oramai non ben contraddistinte  e  da culture e tradizioni non più omogene.
 
Sono cambiati i rapporti e le aspettative della popolazione nei confronti dei medici e del loro ruolo. Le relazioni tra il medico, il paziente e la sua famiglia appaiono oggi caratterizzate da un’eccessiva e crescente conflittualità nei confronti dei professionisti e delle strutture sanitarie e dal dominio della medicina difensiva.
 
È cambiato il quadro epidemiologico di riferimento. I progressi della medicina hanno infatti aumentato la longevità e trasformato malattie acutamente mortali in malattie croniche che necessitano di una assistenza sempre più complessa a cui purtroppo le nostre strutture sanitarie stentano a dare risposte adeguate.
 
Anche l’attuale pandemia, che ha stravolto la vita degli italiani e messo a dura prova l’intero Sistema Sanitario nazionale, sta modificando l’organizzazione assistenziale del nostro paese e  le abitudini  consolidate degli utenti.
 
Nella gestione della Sanità calabrese invece poco, o nulla, è cambiato, nonostante gli sforzi compiuti nel tempo dagli operatori sanitari da sempre impegnati per il miglioramento qualitativo e quantitativo delle prestazioni  erogate.
 
Tutti i cambiamenti elencati  non sono stati mai attentamente valutati dai decisori istituzionali della nostra Regione che, al contrario,  avrebbero dovuto tenerli in grande considerazione  nella definizione di quella riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale sempre richiesta a gran voce dai calabresi  e mai realizzata.
 
Cosi, specie negli ultimi dieci anni, complice anche il lungo periodo di commissariamento che fallito in maniera inequivocabile la propria missione, la situazione della sanità in Calabria è drammaticamente peggiorata, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo.
 
Un peggioramento che ha cause diverse tra le quali, senz’altro, è compresa anche la mancanza un credibile progetto di riforma globale dell’assistenza sanitaria regionale, ospedaliera e territoriale.
 
Ad oggi, infatti, nessuna proposta affidabile è stata avanzata,nnè dagli organi regionali competenti nè dai decisori politici. Si discute solo su quello che nella Sanità calabrese non funzione in un deplorevole ed inconcludente scaricabarile di responsabilità . Discussioni che rimbalzano perfino in alcuni talk show televisivi nei quali conduttori demagoghi ed  improbabili opinionisti si esercitano  in un’attività che qualche tempo sembra vada di moda,  parlare a sproposito e quasi sempre in modo fazioso della nostra terra e dei suoi problemi.
 
C’è comunque chi non si rassegna a questo stato di cose e le proposte invece le fà.! E’ il caso delle sezioni calabresi della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e della Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (SIPO)  che hanno redatto  le” Linee di indirizzo per il miglioramento dell’appropriatezza organizzativa dell’assistenza ospedaliera pediatrica e neonatale nella Regione Calabria”.
 
Nel documento, già consegnato al Dipartimento della Salute della Regione, sono riportate le proposte operative per  la ridefinizione della Rete Ospedaliera pediatrica e neonatale  calabrese e l’elaborazione di nuovi modelli organizzativi strutturati a diversi livelli operativi, anche con indicatori di valutazione dei risultati e di outcome, capaci di soddisfare i bisogni di salute dei minori residenti nella regione  e  finalizzati al  potenziamento delle funzioni assistenziali delle strutture ospedaliere di ricovero, ottimizzando le risorse esistenti ,evitando duplicazioni di servizi e carenze assistenziali ed implementando la creazione di nuovi servizi specialistici nell’Area Pediatrica.
 
Un documento articolato che tenendo anche conto di quanto già disposto da provvedimenti legislativi regionali, intende fornire le linee di indirizzo per la realizzazione di un piano strategico di riorganizzazione della rete assistenziale ospedaliera rivolta ai minori orami non più procrastinabile.
 
Un’iniziativa, questa, che potrebbe anche rappresentare un nuovo modello operativo da seguire per definire un progetto di riforma strutturale dell’intero Sistema Sanitario Regionale della Calabria, sostenuto negli aspetti strettamente tecnici dalle Società scientifiche e nella parte applicativa dai decisori politici.
 
In altre parole una stretta sinergia tra scienza e politica come premessa indispensabile per realizzare quel miglioramento della Sanità regionale da troppo tempo atteso da tutti i Calabresi ed in grado garantire  loro, finalmente, un diritto costituzionale  spesso negato : il diritto alla salute!
 
Domenico Minasi
Presidente Società Italiana di Pediatria sez. Calabria
Presidente Associazioni Pediatri Ospedalieri Italiani
Direttore UOC Pediatria, Grande Ospedale Metropolitano  Reggio Calabria
 

21 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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