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Campania, le Asl rischiano di compromettere la continuità dell’assistenza medica 

22 MAG - Gentile Direttore,
così, nella nota dello scorso 27 marzo, l’Avv. Postiglione, Responsabile della Direzione della Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema Sanitario regionale di Regione Campania, si rivolge ai Direttori Generali delle sette AASSLL campane: “Come noto, l’art. 4 comma 9-octiesdecies del Decreto legge n. 198 del 29 dicembre 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 14 del 24 febbraio 2023 ha previsto che ‘Al fine di far fronte alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e di garantire i livelli essenziali di assistenza, in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, le aziende del Servizio sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio sanitario nazionale di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età e comunque entro la predetta data’”. Si richiama, pertanto, la norma citata raccomandandone l’applicazione in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile.

Regione Campania è stata più che chiara: raccomanda l’applicazione in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, proprio come recita la norma. In Campania, allo stato attuale, l’offerta dei medici non è ancora assente. Anzi! Giovani medici, in attesa di convenzione in medicina generale e pediatria di libera scelta a tempo indeterminato, sono pronti a prestare il proprio servizio per evitare di lasciare la Cittadinanza senza assistenza. Eppure, nonostante ciò, qualche azienda campana ha accolto la domanda di proroga di pensionamento, nonostante non fossero presente le condizioni, poiché in quegli ambiti territoriali sono presenti medici che possono acquisire ancora scelte e/o non si sono banditi incarichi di medicina generale provvisori, come recita l’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale art. 37; ciò comporta la violazione della Legge stessa che norma la proroga dei pensionamenti e l’ACN.

La conseguenza di tutto ciò potrebbe essere una serie di procedimenti amministrativi con il rischio che il medico settantenne, nonostante il sacrificio a cui si è sottoposto, debba poi restituire gli stipendi in caso di condanna da parte della Corte due Conti. Pare che alcune Aziende non colgano che le normative in supporto all’ACN siano per tamponare una eventuale carenza assistenziale e non per mettere in condizione medici di dover prolungare l’attività convenzionale per altri due anni; ciò, oltre ad arrecare un danno economico a medici che hanno maturato il diritto di acquisire un maggior numero di scelte e a medici di poter aver assegnato un incarico provvisorio, sarebbe deleterio per gli assistiti che possono, nei territori campani, avere a disposizione medici giovani, che hanno competenze maggiori per tecnologie informatiche, che oramai sono diventate indispensabili nella quotidiana attività medica.

A tal proposito lo scorso 11 maggio l’ASL Napoli 2 Nord nel comitato aziendale art. 12 si è espresso proprio come la Legge recita: “il Dr. Antonio Cajafa, Direttore UOC Cure Primarie ASL Napoli 2 Nord, come si può leggere da verbale del comitato, comunica ai presenti che ha già deliberato la proroga n. 2 medici e nella stessa delibera aveva precisato che la suddetta proroga poteva essere revocata sia per la nomina del titolare e sia per parere negativo espresso dal comitato. Dopo ampia discussione per tale problematica il comitato decide di adottare la seguente procedura:
- quando un MMG chiede la proroga fino al compimento dei 72 anni , la UOC cure Primarie valuta la possibilità che eventuale carenza assistenziale non sia assorbibile dagli MMG in carico nello stesso ambito comunale ( massimale 1500 assistiti);
- dopo tale verifica qualora l’esito fosse negativo la UOC Cure Primarie provvederà a bandire una zona carente provvisoria per almeno 1 anno, fatto salva l’assegnazione da parte della regione della carenza;
- All’esito negativo della suddetta verifica potrà prorogare l’incarico al MMG fino al compimento dei 72 anni, revocando la proroga ad horas qualora venga assegnata la carenza dalla Regione Campania.”

Si auspica che tutte le Aziende Sanitaria Locali (ASL) dei territori campani deliberino omogeneamente all’ASL Napoli 2 Nord, che ha compreso bene la nota regionale, applicando la Legge come è stata concepita dal Legislatore, onde evitare futili e inutili contenziosi legali e danno ai Cittadini campani, già martoriati per numerose criticità in ambito sanitario, così come è successo in un passato prossimo dove i Cittadini venivano costretti a dover effettuare la scelta del medico provvisorio, piuttosto che essere assegnati d’ufficio come la normativa vigente impone, così come tali incarichi non venivano immediatamente revocati, all’arrivo del medico titolare di incarico a tempo indeterminato, violando ulteriormente l’Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale. Un’unica raccomandazione a Regione Campania è quella di accelerare le procedure di assegnazione degli ambiti carenti di medicina generale, affinché i nuovi medici possano essere operativi prima della pausa estiva di agosto, onde evitare che i pazienti affetti da patologie croniche, che sono gli assistiti più fragili, rischino di restare sprovvisti del proprio medico di fiducia.

Salvatore Caiazza
Vice segretario vicario Fimmg Napoli Asl Napoli 2 Nord

22 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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