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La sanità campana ostaggio di politiche di razionamento e di tagli lineari

28 GEN - Gentile direttore,
in Campania, a seguito del progressivo definanziamento del Ssn. imposto dai Governi succedutisi in questi anni, il Sistema Salute pubblico e privato accreditato è oramai al limite del collasso. Dopo nove anni di Piano di Rientro e sei di Commissariamento, la sanità in Regione è sempre di più “ostaggio” della politica di razionamento delle risorse e di tagli lineari che stanno pregiudicando il diritto alla salute, come certificato dalla incapacità di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza. I cittadini ed i lavoratori della sanità sono accomunati da un sentimento comune, un misto di indignazione, di rabbia e di sofferenza a fronte della continua negazione del diritto alla salute.

Gli effetti prodotti sulla sanità dal depauperamento delle risorse, dalla riduzione di posti letto, dalla chiusura di servizi e dalla riduzione costante del personale è sotto gli occhi di tutti ed ha comportato l’incremento vergognoso delle barelle, delle liste di attesa e della migrazione sanitaria extra regionale. Nel corso di questi anni non si è fatto nulla per intervenire sulle cause strutturali che producono e sostengono il debito sanitario, non sono stati redatti protocolli per diminuire le prestazioni inutili, non si sono incentivate le buone pratiche cliniche, non si sono definite linee guida per la appropriatezza clinica ed organizzativa, non sono stati colpiti sprechi, interessi e privilegi.

Il luogo “simbolo” del fallimento delle politiche sanitarie sono i Pronto Soccorso dove si negano diritti costituzionali, il diritto alla salute ed il diritto al lavoro, e dove si offende la dignità dei cittadini e quella dei lavoratori. Un girone infernale per pazienti e lavoratori che coinvolge tutti i Dipartimenti di Emergenza della Campania impegnati nel fornire risposte assistenziali in tempi rapidi, mentre il resto della sanità viaggia ad un “ritmo altro”.
Nel dibattito politico sulla sanità quello che risulta essere sempre assente è una reale azione riformatrice, nel senso primigenio del termine, una metodologia di azione capace di aggredire gli sprechi, le diseconomie e le inefficienze organizzative al fine di liberare risorse da investire per migliorare la assistenza.

E’ necessario un cambio di paradigma per riqualificare il Sistema Salute, perché la sanità non è solo gestione contabile, ma ha ripercussioni sulla vita delle persone ed è il risultato di una politica che sappia organizzare i servizi in modo da rispondere in maniera efficace alla domanda assistenziale dei cittadini garantendo il diritto alla salute. La vera sfida è rappresentata dalla riorganizzazione del sistema attraverso la adozione di nuovi modelli organizzativi di assistenza e di lavoro che abbiano al centro il cittadino ed i suoi bisogni.

L’auspicio di medici ed infermieri è di prestare la loro opera in un sistema organizzato che assicuri migliori condizioni lavorative e che garantisca ritmi di lavoro concilianti con la propria vita familiare. La aspettativa dei pazienti è quella di avere un servizio sanitario che si faccia realmente carico dei loro bisogni assistenziali e garantisca cure appropriate nei modi e nei tempi giusti. Bisogna programmare interventi strutturali che consentano di governare risposte appropriate ai bisogni di salute, sostenuti da investimenti tecnologici, strumentali e da dotazioni organiche adeguate al fabbisogno assistenziale.

Bisogna stabilizzare i precari, superare il blocco del turn over che dal 2007 al 2015 ha prodotto la riduzione di circa 16.000 lavoratori, bandire mobilità e concorsi per garantire un numero di personale necessario ad assicurare la tenuta dei servizi ed il rispetto della normativa europea sull’orario di lavoro e sui riposi dei lavoratori. In base agli Atti programmatori Aziendali, una volta quantificato il fabbisogno di personale si potrebbero utilizzare le risorse impegnate per Prestazioni Aggiuntive e Lavoro Straordinario, istituti contrattuali impiegati dalle Aziende per sopperire alle carenze in organico, per finanziare l’assunzione di un numero equivalente di personale del comparto e della dirigenza.

Bisogna riorganizzare le reti di emergenza tempo-dipendenti (cardiologica, cerebrovascolare, traumatologica) ed il sistema di Emergenza Sanitaria territoriale ed ospedaliera con attivazione dei Dipartimenti Integrati, bisogna realizzare una rete regionale di emergenza pediatrica comprendente i reparti di TIN che devono essere collegati con i punti nascita e con il percorso materno-infantile. Bisogna ridefinire un piano ospedaliero regionale con incremento dei posti letto per acuti e riorganizzazione della rete delle eccellenze per rendere autosufficiente ciascun territorio, un piano nel quale definire ruolo e funzione dell’Ospedale del Mare che continua ad essere oggetto di proclami diversi.

Bisogna ridefinire un nuovo Piano Sanitario Regionale ed attuare la effettiva integrazione dei Policlinici Universitari nel sistema regionale di emergenza sanitaria. Bisogna potenziare il Distretto Sanitario per migliorare la assistenza territoriale e la effettiva presa in carico dei cittadini e per consentire il governo delle nuove organizzazioni di Cure Primarie utilizzando specifici “indicatori di salute”. Bisogna potenziare la prevenzione, la rete oncologica distrettuale ed ospedaliera, la riabilitazione pubblica e la rete dei servizi territoriali per le fasce deboli della popolazione (salute mentale, sert, disabilità e consultori).

Le Aziende, in maniera trasparente, devono governare l’equilibrio tra attività istituzionale e libera professione e regolamentare le procedure inerenti le prenotazioni ed i tempi di attesa, sia per le prestazioni erogate dal S.S.R. sia per quelle “scelte” in libera professione intramoenia, che non deve rappresentare lo strumento per accedere prima alle cure necessarie da parte dei cittadini che possono permetterselo. I sindacati devono vigilare sul giusto rapporto tra volumi di attività istituzionale ed A.L.P.I.

Bisogna governare il sistema della sanità privata “accreditata” controllando le prestazioni erogate ed applicando il contratto di settore ai lavoratori, per evitare il “dumping” contrattuale e per affermare che a pari lavoro corrispondono uguali diritti. Bisogna avviare la contrattazione aziendale per valorizzare le giuste aspettative professionali dei lavoratori che poi dovranno sostenere ed attuare il cambiamento. Queste sono le questioni che bisogna affrontare con urgenza per aggredire le cause che producono inefficienze e sprechi ed impediscono il cambiamento.

In tale contesto, la FP CGIL Campania e la FP CGIL Medici, unitariamente al comparto ed alla dirigenza di CISL e UIL Funzione Pubblica, da tempo hanno chiesto un confronto di merito ed hanno avanzato dettagliate proposte. Di fronte al persistente silenzio istituzionale ed alla quotidiana negazione del diritto alla salute le suddette Organizzazioni Sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione del settore per riportare la questione sanità al centro della mobilitazione sociale e della agenda politica ed hanno avviato le procedure per una Manifestazione Regionale che si svolgerà a Napoli il prossimo 11 Febbraio.

Nel contempo, le Organizzazioni Sindacali della dirigenza e della convenzionata, dopo lo sciopero nazionale del 16 dicembre u.s. ed a fronte della perdurante destrutturazione del S.S.N., hanno deciso di proseguire la “Vertenza Sanità” con una prima Manifestazione delle Regioni del Sud Italia che si terrà a Napoli il 20 Febbraio.

Napoli, a Febbraio, sarà sede della manifestazione nazionale e regionale, due facce della stessa medaglia, due proteste che esprimono il disagio di cittadini e lavoratori e sono l’emblema del fallimento delle politiche di austerità in sanità.
La verità è che i cittadini ed i lavoratori sono stanchi ed indignati e chiedono una reale inversione di rotta delle politiche sanitarie.
Le analisi e le criticità del sistema sono note a tutti, è giunto il momento di concordare interventi nell’ambito di un progetto complessivo per il miglioramento della sanità e dare risposte adeguate e concrete: basta dichiarazioni ed annunci, basta narrazioni mediatiche, bisogna intervenire prima che il sistema imploda definitivamente con effetti drammatici sulla tenuta sociale della Campania e dell’Italia.

Giosué Di Maro
Segretario Regionale CGIL FP Medici Veterinari Spta della Campania
           

28 gennaio 2016
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