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La Regione avvia ispezione e risponde alle critiche 


02 APR -  
"Questa giunta ha fatto per la prima volta il censimento di tutti i centri, pubblici e privati, che effettuano la Pma e ha previsto un sistema di controllo specifico che partirà nei prossimi mesi con la collaborazione del Cnt insieme al quale sono stati già avviati i corsi per formare gli ispettori. Per quanto riguarda il tema della conferma delle autorizzazioni di questi Centri, l'assessorato alla Salute ha già predisposto una bozza di decreto che nei prossimi giorni sarà perfezionato ed emanato.Dopo aver effettuato i primi accertamenti sull'accaduto - sottolinea la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera - la struttura responsabile del Centro di Procreazione medicalmente assistita ha avviato le procedure per informare le persone interessate assistite dal Centro Pma del San Filippo Neri. Il direttore generale Domenico Alessio ha inoltre presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e ha contestato quanto accaduto alla ditta responsabile della conduzione, manutenzione e controllo dell'impianto di crioconservazione".
Nell'incidente l'azienda ospedaliera del San Filippo Neri "è parte lesa" ha detto il direttore generale. "Noi abbiamo una ditta, leader a livello nazionale per quanto riguarda il servizio della crioconservazione", ha affermato Alessio, spiegando che "questa ditta non solo ha la manutenzione integrale del sistema, ma anche la conduzione e il controllo. Dal momento che ritengo che questo servizio deve essere un servizio sicuro sotto ogni aspetto, cioè non deve esserci nessuna falla, sto chiedendo e ho chiesto a questa ditta una relazione tecnica per spiegare che cosa è successo, che cosa si è verificato". ''Se qualcuno mi chiede che cosa è successo io non sono in grado di dirlo perché non siamo noi che gestiamo il servizio", ha sottolineato. Il direttore generale ha inoltre detto di aver "notificato una contestazione. La ditta deve fornirmi un rapporto su che cosa è successo e dopo, in base a quello che mi diranno, ci regoleremo". "Noi saremo i primi ad essere solidali con queste 34 coppie che hanno perduto gli embrioni'' ha assicurato Domenico Alessio.
 
Le accuse dell’Associazione Luca Coscioni
“L’incidente avvenuto nel centro di Fecondazione dell’ospedale S. Filippo Neri - ha dichiarato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica - si sarebbe potuto evitare se la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, anche in funzione di commissario alla sanità del Lazio, avesse predisposto verifiche e autorizzazioni previste per legge. Oggi il Presidente della Regione Lazio è responsabile dei mancati controlli: i pazienti infertili e tutti i centri di fecondazione possono rivalersi nei confronti della Regione Lazio per i danni causati dall’inattività della regione. La legge sulla procreazione medicalmente assistita all’articolo 10 prevede che gli interventi di procreazione medicalmente assistita siano realizzati nelle strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni e iscritte al registro Nazionale sulla PMA. Il Lazio è l’unica regione d’Italia in cui i centri di fecondazione assistita sono autorizzati dal Comune, dalle Asl e sono iscritti al Registro Nazionale PMA, ma la Regione non ha mai ottemperato alla richiesta di autorizzazione dei 51 centri di fecondazione come previsto per legge e pur avendo emanato con linee guida regionali i requisiti tecnico-scientifici e organizzativi delle strutture, le caratteristiche del personale delle strutture, i criteri per la determinazione della durata delle autorizzazioni e dei casi di revoca delle stesse, di fatto non ha emanato autorizzazione né svolto i controlli sul rispetto delle disposizioni della legge 40 e sul permanere dei requisiti tecnico-scientifici e organizzativi delle strutture.E' davvero grave l'inadempimento della Regione e della Giunta Polverini che solo dopo la distruzione di embrioni e gameti, per meri problemi tecnici legati ai crioconservatori, decide di inviare ispettori”.
 
La replica della Regione
Pronta la replica della Regione che in una nota evidenzia come "quanto dichiarato dall'associazione Coscioni e dal professor Antinori non solo dimostra la loro scarsa conoscenza delle attività dell'attuale amministrazione ma dimostra anche uno scarso senso di responsabilità, azzardando conclusioni su presunte responsabilità che non spetta a loro accertare. Nel frattempo, sarebbe il caso di evitare la tentazione di una facile visibilità speculando su una vicenda cosi delicata".

02 aprile 2012
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