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Marino(Pd): “Gestione regionale dell’accreditamento è stata irresponsabile” 


02 APR -  
Durissimo il commento del senatore del Pd, nonché presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, Ignazio Marino in merito al guasto all'impianto di azoto liquido, che alimenta il servizio di criobiologia per la crioconservazione di materiale biologico nel centro di Procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri di Roma, che ha causato la perdita di 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale. "Ho chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione d'inchiesta – ha specificato Marino - di acquisire tutti i documenti necessari a chiarire quanto è accaduto, se siano state in particolare rispettate tutte le disposizioni sulla sicurezza e la gestione della crioconservazione. Non posso nemmeno immaginare l'angoscia delle coppie coinvolte in questo incidente, che ha reciso la loro speranza di poter avere un figlio attraverso la fecondazione assistita. Il pensiero va, in particolare, alle donne che si sono sottoposte a lunghe terapie e stress fisico e psicologico per tentare di coronare il sogno di una maternità”. Ma poi Marino si è scagliato contro la Regione Lazio. “La Regione si è rivelata gravemente inadempiente nei confronti dei centri, sia pubblici che privati, di procreazione assistita del Lazio. Basta andare sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità per accertare che nessuno dei centri regionali infatti è mai stato sottoposto a verifiche, né tantomeno alla valutazione iniziale indispensabile per l'accreditamento dell'attività di fecondazione in vitro. L'ospedale San Filippo Neri attende addirittura dal 2004 l'accreditamento da parte della Regione, che a otto anni dall'inizio dell'attività ha annunciato che avvierà una ispezione. Si interviene quindi con anni di ritardo, solo dopo un incidente per controlli che avrebbero dovuto essere fatti preventivamente. Tre amministrazioni successive, la giunta Storace, la giunta Marrazzo e ora la giunta Polverini non hanno fatto il loro dovere. Non si tratta di una questione tecnica o di secondo piano, poiché è necessario garantire l'appropriatezza delle cure in un settore così delicato. Inoltre, in Italia vige di fatto un monopolio della gestione della crioconservazione di embrioni e gameti. Il 95% di queste attività è infatti affidato a una multinazionale francese, l'Air Liquide: in una situazione del genere le autorità pubbliche dovrebbero effettuare controlli stringenti e rigorosi che nel caso del Lazio sono totalmente inesistenti."

02 aprile 2012
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