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Covid. Oms bacchetta la Ue (Italia inclusa): “Misure anti contagio tolte troppo presto”


Sotto la lente l'effetto che si osserva “in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco”. Fra i Paesi in cui si registra un aumento ci sono “l'Italia, il Regno Unito, la Francia e la Germania”. Il Dg Oms Europa Kluge: “Quello che vediamo è che 18 Paesi su 53 della nostra Regione europea hanno visto un aumento di Covid-19 nella scorsa settimana, mentre la mortalità sta ancora diminuendo”.

22 MAR - Diversi Paesi europei, inclusa l'Italia, hanno revocato troppo “brutalmente” le loro misure anti Covid e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sub variante BA2 di Omicron. A dirlo è il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Hans Kluge durante una conferenza stampa tenuta in Moldavia.
 
“Quello che vediamo – ha evidenziato - è che 18 Paesi su 53 della nostra Regione europea hanno visto un aumento di Covid-19 nella scorsa settimana, mentre la mortalità sta ancora diminuendo”.
 
Fra i Paesi in cui si registra “in particolare un aumento” ci sono “l'Italia, il Regno Unito, la Francia, la Germania e altri. Anche l'Olanda ha visto una seconda ondata di Omicron”, che ora sta passando.
 
“Molto probabilmente le ragioni sono: prima di tutto la variante BA.2 di Sars-CoV-2, (noto come Omicron 2) che è molto più trasmissibile, ma non più grave”. Per Kluge c’è poi l'effetto che si osserva “in quei Paesi che stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco”.
 
Il direttore rimarca come “dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo, ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia. Credo che si debba distinguere fra questi due aspetti”
 
E sul futuro: “Abbiamo la possibilità di uscire dalla pandemia se i Paesi fanno 4 cose: prima di tutto se proteggono i vulnerabili, gli anziani e le persone con malattie; in secondo luogo tutti i Paesi devono rafforzare i loro sistemi di sorveglianza e sequenziamento per poter velocemente intercettare varianti o anche nuovi virus; terzo punto è che i Paesi devono avere accesso ai nuovi antivirali se diamo i nuovi antivirali alle persone con sintomi prima possibile riduciamo drasticamente gravità della malattia, ricoveri e morte; infine il quarto punto è occuparsi del carico del post Covid o Long Covid, perché il 15% dei pazienti che hanno avuto la malattia hanno ancora sintomi 12 settimane più tardi”, e del carico generato da tutto quello che è saltato durante la pandemia, “interventi chirurgici, screening oncologici rimandati”.
 
Per Kluge, in definitiva, le “3 parole” che devono guidarci sono “speranza, vigilanza, solidarietà internazionale”.
 
Ma Kluge pensa in ogni positivo ed elenca 3 fattori che suggeriscono di essere ottimisti per il futuro: “Il primo è che ora il mondo ha un ampio capitale di immunità contro Sars-CoV-2, fra vaccinazioni e infezioni”. Il secondo elemento è legato alla stagionalità: “L'inverno sta finendo e le persone si riuniranno di meno in luoghi piccoli e affollati”. Terzo punto: la variante Omicron di Sars-CoV-2 “è più lieve nelle persone completamente vaccinate, booster incluso”. Ma rispetto a questo, Kluge avverte: “Nei Paesi con bassi tassi di vaccinazione questa è ancora una malattia che uccide”.

22 marzo 2022
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