Sharenting, dal Garante della Privacy consigli per genitori troppo social
Nel secondo episodio del podcast creato dal Garante per aiutare i cittadini a comprendere il valore dei dati personali, si parla di genitori che condividono online le immagini dei propri figli. Non si rischia solo che qualcuno si appropri di quelle immagini e ne faccia l’uso che ne vuole, ma così “ipotechiamo il diritto futuro dei nostri figli a decidere se e quanto di sé raccontare al mondo. Siamo certi che spetti proprio a noi genitori decidere per loro?”.
05 GIU - Foto, magari durante il primo bagnetto, video di giochi e recite, anche ecografie dei propri figli condivisi online: è rivolto ai genitori “troppo social” il secondo episodio di
“A proposito di privacy”, il podcast creato dal Garante per la Privacy allo scopo di aiutare cittadini, imprese e istituzioni a comprendere il valore dei dati personali e l’importanza della loro tutela. Al centro della puntata, c’è infatti il fenomeno dello sharenting (dall’inglese share, condividere, e parenting, genitorialità) l’eccessiva condivisione online da parte di mamme e papà di immagini che riguardano i propri figli.
A parlarne, nel podcast, è in particolare l’avvocato
Guido Scorza, componente del Collegio del Garante privacy, che spiega come, arrogandoci il diritto di pubblicare foto e video dei nostri figli (più o meno piccoli), “in qualche modo ipotechiamo il loro diritto futuro a decidere se e quanto di sé raccontare al mondo. Siamo certi che spetti proprio a noi genitori decidere per loro?”.
Nel corso dell’episodio, oltre a mettere in guardia i genitori dai rischi che lo sharenting (compreso l’uso del volto per la creazione di materiale pedopornografico attraverso sistemi di manipolazione delle immagini) e sulla corretta formazione della loro personalità, vengono proposti anche alcuni
accorgimenti per tutelare i minori, qualora si decida di pubblicare le loro immagini in rete. Perché una volta in rete, una foto può essere scaricata e utilizzata da chiunque altro. Quella foto, una volta messa in rete, in pratica, non ci appartiene più. Tra i consigli, quello di fotografare il minore di spalle e rendere irriconoscibile il suo viso, ad esempio pixellando il volto; limitare le impostazioni di visibilità delle persone sono con le persone che ci fidiamo non li condividerebbero; evitare la creazione di un account social dedicato al minore.
La puntata è anche l’occasione per affrontare un altro tema delicato, quello del revenge porn e, nel caso in cui si abbia un fondato timore che immagini a contenuto sessualmente esplicito possano essere diffuse senza consenso, delle modalità con cui richiederne al Garante privacy la rimozione da piattaforme social e di messaggistica.
05 giugno 2025
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Cronache
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy