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Troppe sigarette al cinema. L’allarme di due oncologi in un libro appena uscito: “Ragazzi a rischio emulazione”


Il fascino dei divi di Hollywood continua a influenzare le giovani generazioni, anche in maniera negativa. Come denunciano Edoardo Altomare e Domenico Galetta nel volume “Cenere di stelle”. Scene di fumo nel 45% di 137 film distribuiti nel 2010. La maggior parte delle volte senza utilità ai fini della storia.

26 FEB - Ieri Humphrey Bogart e Lauren Bacall, oggi Ryan Gosling e Scarlett Johansson. Con poche eccezioni, il grande schermo è una sfilata di star con la sigaretta tra le labbra. Si vedono scene di fumo nella maggior parte dei film realizzati negli ultimi anni, dalle grandi produzioni hollywoodiane alle pellicole girate in Francia, Gran Bretagna e Italia. Un utilizzo della sigaretta che la maggior parte delle volte non è di alcuna utilità al racconto, ma che in compenso trasmette ai giovani e al pubblico più vulnerabile un messaggio fuorviante: la sigaretta favorisce le relazioni sociali, fornisce un senso di benessere e relax e rende più attraenti.

A rilanciare l’attenzione sui rischi di un cattivo uso della settima arte con conseguenze negative sulle abitudini della popolazione, ragazzi in primis, sono Edoardo Altomare e Domenico Galetta, oncologi baresi e amanti del cinema, che attraverso il volume “Cenere di stelle” richiamano alla necessità di un sistema regolatorio, attualmente in vigore in alcuni Paesi ma non in altri, come l’Italia, che limiti l’esposizione di bambini e ragazzi a film che contengano scendi d fumo e sull’esigenza di un intervento su più fronti per contrastare l’immagine “cool” del tabacco e l’uso improprio del cinema come mezzo di promozione per l’industria del tabacco.

È infatti dimostrato che nella maggior parte dei casi (70-80%) l’abitudine al fumo di sigaretta si instaura tra i 10 e i 14 anni. Ma, ricordano i due autori nel volume citando la Società italiana di tabaccologia, alcune evidenze scientifiche stanno emergendo anche riguardo al contrasto al fumo: “In Canada, tra il 2001 e il 2011, la prevalenza di giovani fumatori è passata dal 25% al 12% grazie alle politiche restrittive e anche al contrasto dell’immagine allettante che il fumo può esercitare tra le popolazioni indifese. Qualcosa di simile è avvenuto in Uruguay, dove sin dall’introduzione nel 2005 delle immagini shock sui pacchetti il fumo tra i ragazzi di 15-17 anni ha subito un decremento dell’8% ogni anno”.

I media, cinema e tv in prima linea, hanno una forte responsabilità secondo Altomare e Galletta, nel promuovere corretti stili di vita e dunque l’abbandono del vizio del fumo. “I ragazzi italiani sono altamente esposti a scene di fumo nei film – spiegano – sia perché ne guardano molti (mediamente il 42% dei film più visti al cinema), sia perché delle 250 pellicole più viste al cinema tra il 2004 e il 2009 solo 74 (il 29,6%) non contenevano smoking scenes, sia perché raramente in Italia i film sono vietati ai minori: solo il 12% con divieto ai minori di 14 anni in Italia contro il 96% con suggerimento per i genitori di non appropriatezza del film per i bambini o divieto per i minori di 17 anni non accompagnati negli Usa”.

Quella di Edoardo Altomare e Domenico Galetta è chiaramente una dichiarazione di guerra contro il fumo, ma allo stesso tempo è un atto d'amore nei confronti del cinema come mezzo di intrattenimento e cultura se usato bene.

Il volume è stato sostenuto dall'Associazione Walce Onlus che dal 2006 ha come obiettivo sensibilizzare, supportare, informare e prevenire. "Walce Onlus – scrive Silvia Novello, pneumo-oncologa e presidente dell'Associazione, in un contributo per il libro - è fortemente impegnata nella campagna contro il fumo e Cenere di Stelle è un altro importante tassello in questa lotta”.

Cenere di Stelle. Cinema, fumo e adolescenti
di Edoardo Altomare e Domenico Galletta
Carthusia Edizioni
pagg. 94


26 febbraio 2014
© Riproduzione riservata

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