Sangue infetto. “Il fatto non sussiste”. Assolti tutti gli imputati, tra cui Poggiolini
Lo ha deciso il Tribunale di Napoli nel processo sulle morti di pazienti emofiliaci causate da virus contratti dopo trasfusioni di sangue infetto dopo venti anni dall'avvio dell'inchiesta. Erano accusati di omicidio colposo plurimo per la morte di otto persone, l'ultima deceduta nel 2011.
25 MAR - Il fatto non sussiste: sono stati tutti assolti, dal Tribunale di Napoli, i 10 imputati nel processo sullo scandalo dei decessi che sarebbero stati causati dalle trasfusioni di sangue infetto. Lo riporta l’Agenzia
Ansa. Tra le persone sotto processo figuravano anche
Duilio Poggiolini (difeso dall'avvocato Luigi Ferrante), all'epoca dei fatti (gli anni '90) dg del servizio farmaceutico del ministero, e gli ex manager e tecnici del Gruppo Marcucci (difesi dagli avvocati Alfonso Stile, Carla Manduchi e Massimo Di Noia)
A fronte della richiesta di assoluzione avanzata nelle scorse udienze dalla Procura della Repubblica di Napoli (pm Lucio Giuliano), il Ministero della Salute ha rinunciato alle conclusioni, decadendo così dalla costituzione di parte civile.
“Nonostante fosse chiarissima la normativa in questione, che riferiva la responsabilità dei controlli sugli emoderivati ad organi ed istituzioni diverse dalla Direzione generale del Servizio Farmaceutico, sono stati necessari ben 23 anni per liberare il mio assistito da una così pesante contestazione”. Così l'avvocato
Luigi Ferrante, difensore di Duilio Poggiolini, commenta la sentenza di assoluzione per il suo assistito e per gli altri 9 imputati del cosiddetto processo sul presunto 'sangue infetto'.
“Questo - aggiunge - al netto di ogni considerazione, sull'assenza totale di qualsiasi elemento probatorio concreto per ritenere sussistente un rapporto di causalita' tra le infezioni ed i decessi, nonché sulla prova di condotte omissive in relazione ai protocolli amministrativi che venivano aggiornati tempestivamente e parallelamente ai progressi del mondo scientifico sulle procedure di inattivazione virale ed individuazione dei vari virus in esame”. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
25 marzo 2019
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