Recovery Plan. Ecco come Germania e Francia digitalizzano la salute
di Enrico Martial
Gli interventi riguardano le infrastrutture digitali, interne agli edifici e tra i diversi centri (Hub&Spoke), l’organizzazione dei processi e la comunicazione, la telemedicina, la robotica, l’Intelligenza artificiale (AI), i nuovi strumenti digitali e sensori, la sicurezza sia delle infrastrutture fisiche sia di cybersecurity (alcuni ospedali in Germania sono stati oggetti di attacco ramsomware), nonché per lo scambio dati transfrontalieri.
12 NOV - La Germania promuoverà anche la digitalizzazione in sanità con il programma nazionale da 130 mld, reso noto il 6 giugno 2020 e finanziato dal Next Generation EU, il recovery plan europeo da 750 mld. E’ un tema su cui la Germania si considera in ritardo, in particolare per gli ospedali, e per questo ha avviato un “Programma per gli ospedali del futuro” (
Zukunftsprogramm Krankenhäuser), la cui legge è stata approvata in ultima lettura al Bundestag il 10 ottobre 2020. Per la digitalizzazione della sanità l’importo del piano è di 3 mld a cui si aggiunge il 25% di spesa dei Länder per un importo totale di 4,3 mld di euro.
Gli interventi riguardano le infrastrutture digitali, interne agli edifici e tra i diversi centri (Hub&Spoke), l’organizzazione dei processi e la comunicazione, la telemedicina, la robotica, l’Intelligenza artificiale (AI), i nuovi strumenti digitali e sensori, la sicurezza sia delle infrastrutture fisiche sia di cybersecurity (alcuni ospedali in Germania sono stati oggetti di attacco ramsomware), nonché per lo scambio dati transfrontalieri.
Il programma di 4,2 mld prevede la costituzione di un fondo finanziario da cui i Länder attingeranno sulla base dei progetti presentati. I progetti e gli impegni finanziari sono realizzati nel 2021-2022 e la spesa fino al 2025.
Nel recovery plan francese (
France Relance per 100 mld) è preso in carico anche il tema della sanità, per un importo complessivo di 6 mld di euro, in cui la digitalizzazione occupa un totale di 2 mld, di cui 1,4 mld per il sistema sanitario e 0,6 mld per gli interventi socio-sanitari sul territorio, in particolare per la digitalizzazione delle RSA (Ehpad) e altri presidi locali.
All’interno della spesa generale per gli investimenti strutturali in sanità (4mld) è prevista la modernizzazione degli edifici e delle RSA anche per i prerequisiti al digitale (cavidotti, spazi ecc.), per le strumentazioni (es. binari per i trasferimenti, sensori di caduta, monitoraggio ecc.). Sotto il profilo digitale (2mld) si punta all’interoperabilità, alla reversibilità e alla sicurezza (fisica e cyber), nonché alla circolazione dei dati. Sulla formazione, in Francia è in corso un’azione di innalzamento delle competenze digitali nella zone fragili e nelle fasce sociali meno avanzate, con “tutor, corsi locali ecc.
La gestione dei processi sarà affidata a livello territoriale alle agenzie regionali della salute (ARS, organismo “deconcentrato” dello Stato) e agli ospedali, insieme all’agenzia nazionale per il digitale in sanità (Agence du numérique en santé).
In Italia, le Linee guida del “
Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR), sono state trasmesse dal Governo alle Camere il 15 settembre 2020. Alla “Missione 6 - Salute” si prevedono investimenti nella digitalizzazione dell’assistenza medica ai cittadini, promuovendo il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e la telemedicina, investimenti digitali per le cronicità sul territorio (es. RSA e presidi sanitari in aree rurali e interne) nonché a domicilio. La digitalizzazione sarà anche a sostegno della ricerca medica, immunologica e farmaceutica, nell’assistenza medica e nella prevenzione.
A differenza dei Piani di massima tedesco e francese, le Linee guida del PNRR italiano non indicano gli importi di spesa per i singoli capitoli e missioni. Nell’insieme, l’importo per l’Italia della Recovery and Resilience Facility (RRF) è di 191,4 mld, a cui si aggiungono gli altri programmi e strumenti, come ReactEU, RescEU, fino a fino a 208,6 mld.
Sul rapporto tra salute e città/territorio interviene anche la missione 5. Equità sociale, di genere e territoriale, che prevede ugualmente investimenti in strumenti digitali. La missione 1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo – in cui è citato anche il sistema sanitario (di cui al 2016 Patto per la Sanità Digitale del 2016 e Piano triennale 2019-2021) - farà inoltre progressi nella digitalizzazione “di sistema”, cioè nella connettività (fibra e 5G), nella disponibilità di data center e cloud, nel miglioramento della digitalizzazione civica (identità digitale ecc.).
Nell’audizione del Ministro della salute alla Camera, il 10 settembre 2020, sono stati individuati per il PNRR in materia di salute cinque assi, di cui tre verticali (Sanità di prossimità, Ospedali in rete, Salute e ambiente) e due trasversali (Conoscenza e Innovazione digitale). Sulla digitalizzazione il Ministro si è riferito all’utilizzo della telemedicina e della teleassistenza nelle cure domiciliari anche al fine di garantire la presa in carico continua dei soggetti fragili residenti nelle are montane, interne e insulari, la circolarità ed interconnessione dei dati da trasformare in informazioni utili, la diffusione e il pieno utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico.
Secondo il rapporto
Innovative Europe I-Com del 2019 (cfr. pag. 93), l’Italia figurava al ventesimo posto in Europa per il grado di digitalizzazione nella sanità, con la Germania all’undicesimo posto e la Francia al quindicesimo. La valutazione era costruita su 21 indicatori, tra cui figuravano tra gli altri la copertura territoriale di fibra ottica e di rete 4G, il numero di prenotazioni effettuate via web, il livello di competenze digitali di base di cittadini e professionisti, la semplicità di login, la sicurezza (di cui si prende carico il nostro Fascicolo sanitario elettronico).
Concordato il 21 luglio tra i 27 leader europei, il Recovery Plan (Next Generation EU) è stato oggetto di una discussione tra Consiglio (dei governi europei) e Parlamento europeo, che ha fatto nuovamente aumentare le dotazioni di diversi programmi, che hanno subito tagli in compensazione della grande dotazione dello strumento straordinario, che ha raggiunto i 750 miliardi di euro (di cui appunto 208,6 per l’Italia). L’accordo è giunto il 10 novembre 2020, e richiede ancora una definitiva approvazione dei governi nazionali in seno al Consiglio, in cui vanno ancora superate le obiezioni ungheresi sul rispetto dello Stato di diritto.
I progetti in sanità degli Stati membri sono finanziati anche da altri strumenti, come una parte di REACT-EU di immediata risposta al Covid, oppure Health4EU e altri programmi, compresi i fondi strutturali gestiti dalle regioni e dagli Stati membri.
Enrico Martial
12 novembre 2020
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