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Covid. Garante dei minori del Trentino contro mascherine a scuola e mette in dubbio la vaccinazione degli under 18. E scoppia la polemica


Il Garante Fabio Biasi parla di 312 segnalazioni ricevute sulla “situazione di grave sofferenza e disagio” che stanno vivendo ragazzi e  famiglie, e interviene con frasi shock: “Se mai prima lo fosse stato, è ancora necessario mantenere, nelle Scuole, l’obbligo delle mascherine anche in posizione statica, negli spazi aperti di pertinenza, ovvero nelle attività motorie?”. E ancora: “Le attuali prove disponibili mostrano chiaramente che il calcolo del rischio rispetto al beneficio non supporta la somministrazione frettolosa e sperimentale di vaccini COVID – 19 a bambini, ma affrontano rischi noti e sconosciuti derivanti dai vaccini”. LA LETTERA

12 NOV - Hanno scatenato dure reazioni le parole contenute in una lettera scritta e inviata dal Garante dei diritti dei minori della Pa di Trento, Fabio Biasi, al presidente della Giunta provinciale Maurizio Fugatti; agli assessori provinciali; a Walter Kaswalder, presidente del Consiglio provinciale - istituzione presso la quale è incardinata la figura del Garante; e a tutti i consiglieri provinciali. “Il Garante - spiega il Consiglio nella pagina in cui pubblica la nota - si rende interprete di 312 segnalazioni di genitori alla Provincia” in merito ai problemi derivanti dalle misure antiCovid adottate nel mondo della scuola per l'accesso alle attività educative, culturali, ricreative e sportive da parte dei minori. Ma lo fa schierandosi, di fatto, contro restrizioni, Green pass e vaccini tra i giovani.

"Da molte settimane pervengono all’Ufficio del Garante dei diritti dei minori segnalazioni in ordine alla situazione di grave sofferenza e disagio che quotidianamente ed in preoccupante crescendo stanno vivendo i bambini, i ragazzi e le loro famiglie”, scrive Biasi motivando il suo intervento.
 
Rivolgendosi alle autorità provinciale, Biasi domanda quindi: “E' sensato negare gli ingressi in biblioteca ai ragazzi privi di lasciapassare? È sensato rifiutare il ritiro, da parte della scuola, di un astuccio dimenticato a casa da una piccola alunna “perchè consegnato fuori dall’orario di entrata”? E’ ragionevole l’intera gestione delle attività sportive in palestra?”. E ancora: “Vi è certezza che le limitazioni al libero accesso di bambini, ragazzi (ed eventualmente dei loro genitori) alle strutture educative, ricreative, sportive, pedagogiche (biblioteche, mense scolastiche, palestre, piscine, teatri, cinema, concerti, ecc.) costituiscano la scelta migliore, in relazione allo scopo di prevenzione sanitaria per cui sono state introdotte? Sono misure proporzionate? E soprattutto, sono efficaci? Nel disporre queste misure si è valutato che il diritto di accesso ad ogni Scuola ed alle strutture educative deve essere, per volontà costituzionale, libero ed incondizionato, in quanto rappresenta il pilastro fondante e fondamentale per il sano ed equilibrato sviluppo dei bambini e dei ragazzi?”.

Ma l’intervento di Biasi va oltre: “Se mai prima lo fosse stato, è ancora necessario mantenere, nelle Scuole, l’obbligo delle mascherine anche in posizione statica, negli spazi aperti di pertinenza, ovvero nelle attività motorie?”. Poi si chiede se sia “ possibile aprire un dibattito sulla necessità di proseguire a ritmi serrati nella campagna vaccinale per i minori di 18 anni? Non è forse il caso di rivalutare le scelte adottate, alla luce del noto principio di precauzione?”.

Poi il capitolo vaccini: “Tra i numerosi studi scientifici sull’argomento - scrive Biasi -, ricordo la lettera/appello di un gruppo di medici inglesi indirizzata all’MHRA (Medicines & healtcare products regolatory agency - l’equivalente dell’AIFA italiana) nella quale viene messo in evidenza, tra l’altro, come ‘… i bambini sani non corrono quasi alcun rischio di COVID – 19, con un rischio di morte di appena uno su 2,5 milioni… Le limitate sperimentazioni sui bambini intraprese fino ad oggi sono totalmente sottodimensionate per escludere effetti collaterali non comuni ma gravi. I bambini hanno una vita davanti a loro e i loro sistemi immunologici e neurologici sono ancora in fase di sviluppo, il che li rende potenzialmente più vulnerabili agli effetti avversi rispetto agli adulti… Tutti i potenziali rischi, noti e sconosciuti, devono essere bilanciati rispetto ai rischi del COVID – 19 stesso, quindi ai bambini si applicherà un rapporto rischi/benefici molto diverso rispetto agli adulti’”.

"In questo studio - prosegue Biasi - viene infine sostenuto: ‘... c’è un’importante saggezza nel giuramento di Ippocrate che afferma”Primo non nuocere'. Tutti gli interventi medici comportano un rischio di danno, quindi abbiamo il dovere di agire con cautela e proporzionalità. Questo è particolarmente vero quando si considera l’intervento di massa in una popolazione sana, nella quale situazione ci devono essere prove concrete di beneficio molto maggiore dei danni. Le attuali prove disponibili mostrano chiaramente che il calcolo del rischio rispetto al beneficio non supporta la somministrazione frettolosa e sperimentale di vaccini COVID – 19 a bambini, ma affrontano rischi noti e sconosciuti derivanti dai vaccini.”

Biasi conclude esprimendo "l’auspicio che queste mie riflessioni, a sintesi anche delle molte voci pervenute, possano contribuire ad allargare lo spettro delle urgenti e ragionevoli soluzioni possibili, nonché a superare, con metodo democratico e non aprioristicamente divisivo, la dolorosa stagione che tutti stiamo vivendo”.

12 novembre 2021
© Riproduzione riservata
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