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Covid. Nursind Bologna: “Per spostamenti personale servono regole, non siamo carne da macello”  

Il sindacato denuncia “procedure anomale di mobilità interna” e “infermieri dirottati senza alcun preavviso” nei reparti Covid. “Ci sono tanti infermieri fragili, con problemi e limitazioni fisiche certificate, che non possono lavorare in determinati contesti. Siamo nel bel mezzo della quarta ondata della pandemia, ma i problemi sono sempre gli stessi. Servono dei criteri condivisi”.

23 DIC - “Siamo nel bel mezzo della quarta ondata della pandemia, ma i problemi sono sempre gli stessi. Non è possibile, per quanto riguarda l'organizzazione dei reparti, vivere alla giornata e senza un regolamento, condiviso insieme alle parti sociali, per decidere insieme i criteri per gli spostamenti del personale infermieristico. Non siamo carne da macello”. È quanto afferma, in una nota, Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del Nursind Bologna, denunciando ancora una volta come diversi colleghi infermieri stiano venendo spostati nei reparti per la degenza di pazienti contagiati dal Covid-19, senza alcuna regolamentazione.

"Lo stress correlato al lavoro - prosegue Rodigliano - è già alle stelle da tempo, al quale si aggiunge la carenza cronica di personale, ma pur comprendendo benissimo il difficile momento che stiamo attraversando, non siamo più disposti ad accettare che sia solo il parere soggettivo dei coordinatori a valutare chi debba andare nei reparti Covid. Servono dei criteri condivisi”.

“Ci sono tanti infermieri fragili, con problemi e limitazioni fisiche certificate, che non possono lavorare in determinati contesti -argomenta la sindacalista-, così come ce ne sono molti con parenti in casa da seguire per legge, facendogli da caregiver. Troppo spesso non si tratta di richieste di spostamenti provvisori, ma di una vera e propria modalità irregolare, soprattutto se si considera che la pandemia che stiamo attraversando è ormai iniziata da due anni, non da due giorni”.

Antonella Rodigliano denuncia pertanto “procedure anomale di mobilità interna” e “infermieri dirottati senza alcun preavviso nei reparti Covid, ritrovandosi da un giorno all’altro a non poter più conciliare il lavoro con le esigenze familiari. Siamo di fronte ad una deriva estrema della disastrosa situazione gestionale e organizzativa dell’emergenza - aggiunge -. Gli spostamenti degli operatori sanitari stanno continuando ad arrivare come fulmini a ciel sereno, provocando grosse difficoltà agli infermieri interessati ed alle loro famiglie, alcune delle quali costituite da persone con disabilità e con bambini di età che richiede assistenza” sottolinea ancora Rodigliano, ribadendo la necessità quindi di “un regolamento serio, che tolga discrezionalità per la mobilità interna, che tuteli il personale prossimo alla pensione, quello maggiormente esposto a stress lavorativo. Occorrono inoltre nuove assunzioni, tenuto conto che da anni il personale infermieristico è insufficiente a coprire il fabbisogno”.

“Non si può continuare ad agire con straordinari, privazione dei periodi feriali e continui spostamenti da un reparto all’altro per tamponare le emergenze - conclude Rodigliano -. C'è bisogno di un piano pandemico serio da mettere in attuazione con i picchi di contagi, perchè non è possibile che in ospedali così grandi, come quelli di Bologna, si vada avanti in questo modo, talvolta assecondando le simpatie di questo o quel coordinatore, oppure basandosi sul principio che gli ultimi arrivati possono essere spostati senza troppi rimorsi. È giusto che tutti vengano coinvolti in caso di necessità, ma l'importante è che prima di tutto vengano fissati dei criteri su chi spostare per primi e chi solo in caso di emergenza”.

23 dicembre 2021
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