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Ospedale di Sassuolo. L’incontro su Alzheimer e demenze: “Sintomi spesso erroneamente attribuiti all’invecchiamento e allo stress” 

“Vi è sempre stata in questa provincia una forte attenzione alla necessità di creare una rete diffusa territoriale per la gestione delle persone con demenza e delle loro famiglie con la scelta di realizzare un Centro per i Disturbi Cognitivi (CDCD) in ogni Distretto. La qualità di vita dipende molto dal supporto della famiglia, degli interventi psicosociali e della comunità”. Il “modello Modena”.

17 MAG - Martedì 16 maggio negli spazi Florim Gallery si è svolto l’Incontro della salute sull’Alzheimer e le demenze, patologie di natura degenerativa che sono tra le principali cause di disabilità per le persone anziane e i cui sintomi vengono spesso erroneamente attribuiti all’invecchiamento e allo stress. Questo specifico appuntamento è stato promosso come di consueto da Florim e Ospedale di Sassuolo ai quali si è aggiunta la preziosa collaborazione di AUSL di Modena.

La demenza è una patologia dall’impatto crescente. I numeri che restituisce l’OMS e le previsioni future sono allarmanti: più di 50 milioni di persone nel mondo ne sono affette e questa cifra potrebbe triplicare entro il 2050. Un quadro a prima vista preoccupante che non risparmia la provincia di Modena, con quasi 12.000 persone (circa 70.000 in Emilia Romagna) delle quali il 60% ha la forma più nota e grave: l’Alzheimer.

L’Incontro è stato moderato dalla dott.ssa Marcella Camellini (Medico U.O. di Cardiologia Ospedale di Sassuolo, Responsabile Scientifico Progetto salute&formazione e Coordinatore del training Site AHA), che ha sottolineato “la volontà, insieme ai relatori, di approfondire questo argomento per conseguire una maggiore consapevolezza sulla patologia: la riduzione dei rischi, la diagnosi, il trattamento farmacologico e non ed i percorsi di sostegno al paziente ed ai caregiver nella nostra Provincia.”

Sono intervenuti tre professionisti: Federica Ronchetti (Direttore AUSL del Distretto Sanitario di Sassuolo) con una breve introduzione sul tema delle demenze, funzionale alle relazioni del dottor Andrea Fabbo (Direttore della Struttura Operativa Complessa di Geriatria - Disturbi Cognitivi e Demenze della AUSL di Modena) e di Barbara Manni (Medico specialista in geriatria, gerontologia, malattie dell'invecchiamento e malattie dementigene della AUSL di Modena).

Per un “modello Modena”
Benché la patologia della demenza registri numeri importanti, la provincia di Modena e in modo particolare l’AUSL hanno risposto con una forte attenzione nella gestione della problematica sia sotto il profilo sanitario sia sotto il profilo sociale – tanto che ormai si parla, a livello nazionale ed internazionale, di un“modello Modena”.

“Vi è sempre stata in questa provincia una forte attenzione alla necessità di creare una rete diffusa territoriale per la gestione delle persone con demenza e delle loro famiglie – ha spiegato il dott. Fabbo – con la scelta di realizzare un Centro per i Disturbi Cognitivi (CDCD) in ogni Distretto. Questa attenzione si è anche realizzata attraverso una buona integrazione con la rete dei servizi, le associazioni di volontariato e l’ospedale, così come attraverso la creazione di un modello assistenziale basato sul coinvolgimento fin dalla diagnosi del medico di medicina generale.”

La regia di tutto il sistema è affidata all’UOC Disturbi Cognitivi e Demenze, una struttura “complessa” che ha il ruolo di coordinare i percorsi ed i servizi della rete provinciale per le demenze. “Il progetto nel suo complesso – prosegue Fabbo – è il frutto di uno straordinario sforzo collaborativo, con risultati tangibili di un’assistenza qualificata in tutta la provincia modenese.”

Vivere con la demenza è possibile, dunque? Si, ma la qualità di vita dipende molto dal supporto della famiglia, degli interventi psicosociali e della comunità. Come ha precisato la dottoressa Manni, “Il Centro Disturbi Cognitivi diventa un collettore di interventi a favore delle persone con demenza e dei famigliari. Questi interventi, offerti non solo dal Centro ma anche dalle Associazioni e dai Servizi Sociali, permettono di rallentare il decorso della malattia dementigena, di mantenere più a lungo possibile le autonomie, minimizzare le disabilità ed evitare le complicanze come la fragilità o i disturbi del comportamento”.

17 maggio 2023
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