Autonomia differenziata. La Regione Emilia-Romagna ritira la proposta e rinuncia a qualsiasi percorso di richiesta
De Pascale: “Scelta già annunciata e in totale trasparenza” su un progetto che “viaggia ormai su un binario morto”. Per il presidente devono essere “protagonisti i Comuni e le Province”, dunque “lavoriamo a un'autonomia diversa, solidale e di prossimità: bisognerebbe cambiare strada verso una riforma condivisa del Titolo V”. De Pascale ha infine auspicato che questo percorso “possa essere trasversale e coinvolgere altre Regioni”.
19 FEB - “La Regione Emilia-Romagna ritira la proposta di autonomia differenziata, una scelta che avviene in totale trasparenza, dato che lo avevamo già indicato durante la campagna elettorale". Ad annunciarlo, intervenendo in Assemblea Legislativa, il presidente della Regione,
Michele de Pascale, che ha aperto la discussione in Aula sul tema dell’Autonomia differenziata in base all’articolo 116 della Costituzione, procedura avviata in Emilia-Romagna nel 2017. In quell’anno infatti, l’Emilia Romagna, allora guidata da Stefano Bonaccini, era stata la prima Regione, insieme a Veneto e Lombardia, ad avviare le trattativa con il Governo nel 2017 e siglato un pre accordo nelle
prime settimane del 2018. Lo
stesso Bonaccini, tuttavia, già nel gennaio del 2024 definiva l’“autonomia di Calderoli un bluff irricevibile”, una proposta “sbagliata e da rigettare perché spaccherebbe il Paese”.
“Non azioneremo quella leva, perché trovo sia la strada sbagliata”, ha oggi ribadito anche il presidente de Pascale. “E quindi non lo dico in tono polemico verso il Governo- ha precisato -. Lavoreremo, invece, per un’autonomia amministrativa e funzionale, a realizzare un’amministrazione di prossimità, che avvicini il momento decisionale ai cittadini, e penso soprattutto alle sindache e ai sindaci dell'Emilia-Romagna: se di autonomia vogliamo parlare, deve vedere come protagonisti assoluti Comuni e Province, che sono i veri enti di prossimità”.
L’auspicio del presidente della Regione Emilia-Romagna è che questo percorso “possa essere trasversale e coinvolgere altre Regioni, anche perché penso sia chiaro ormai a tutti che non ci sarà alcuna autonomia differenziata. Ormai l'autonomia differenziata viaggia su un binario morto, un rigoroso e serio piano B deve essere un tavolo per la riforma del Titolo V”.
Dunque, ha concluso de Pascale, “penso che in questo Paese non serva maggior autonomia legislativa, serve invece avvicinare l'amministrazione al territorio e si può fare con una legge ordinaria. Sarebbe molto intelligente riprendere in mano il Titolo V, capire se ci sono competenze che lo Stato dovrebbe riprendere, così come valutare se possano esserci, invece, altri ambiti che potrebbe aver senso devolvere".
19 febbraio 2025
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