Ausili a disabili e cronici. Confindustria DM: “In Emilia Romagna forniture non corrispondono ai reali bisogni”
Secondo una analisi fatta da Confindustria Dispositivi Medici, l’80% dei prodotti messi a gara non è stata ordinata. Questo comporta per le imprese un aumento dei costi di gestione e produzione, oltre al rischio di scorte di magazzino inutilizzate. Menichini (presidente Ausili di Confindustria DM): “Ci auguriamo che la Regione intervenga per superare le criticità cogliendo la sfida e seguendo un approccio condiviso che metta la persona al centro”.
17 APR - C’è una discrepanza tra il quantitativo di ausili complessi oggetto di gara per il periodo 2020-2023 e quelli effettivamente richiesti dalla Regione Emilia-Romagna. A farla emergere è un’analisi di Confindustria Dispositivi Medici sugli ausili oggetto di gara per il periodo 2020-2023, che mostra come in media l’80% dei prodotti messi a gara non è stata ordinata “perché non corrispondente ai reali fabbisogni dei pazienti”.
La significativa differenza tra i quantitativi pattuiti in sede di gara e quelli effettivamente forniti comporta per le imprese un aumento dei costi di gestione e produzione, oltre a determinare il rischio di scorte di magazzino inutilizzate. Si tratta tuttavia di una situazione superabile, per l’associazione delle imprese fornitrici, “attivando un confronto con la Regione che tenga conto delle competenze dell’industria e delle necessità del cittadino in un approccio olistico e collaborativo, che metta al centro la salute del singolo e l’accesso alle migliori tecnologie possibili e sostenibili”.
L’indagine ha riguardato in particolare le gare per l’approvvigionamento di carrozzine, seggioloni, tricicli modulari, passeggini riducibili e componenti di propulsione ovvero di ausili che consentono a persone con gravi disabilità e pazienti cronici un supporto fondamentale per la mobilità e l’autonomia, quindi funzionali alla loro partecipazione sociale, al miglioramento della qualità di vita della persona e del nucleo familiare o sociale complessivamente coinvolto.
Delle 9.741 carrozzine leggere messe a gara dalla Regione, solo 2.973 sono state effettivamente ordinate e fornite dalle aziende aggiudicatarie. “Ciò vuol dire che quasi il 70% dei prodotti non sono stati poi effettivamente richiesti perché non adatti alle esigenze dei pazienti”, spiega Confindustria Dispositivi Medici. Nel caso dei passeggini riducibili, di 264 ausili messi a gara ne sono stati acquisiti solo 9. Per gli uniciclo la richiesta effettiva di prodotti è stata di 3 su 51, così come per il moltiplicatore di spinta, di 17 su 100, mostrando anche in questi casi una inesatta e inefficiente mappatura dei bisogni.
“Alcuni dispositivi medici come appunto gli ausili per patologie gravi e complesse, tra questi, quelli per l’età evolutiva-pediatrica, non possono essere oggetto di gare generiche e i dati dell’indagine lo dimostrano”, dichiara in una nota
Elena Menichini, presidente associazione Ausili di Confindustria Dispositivi Medici. “Le esigenze dei pazienti sono molteplici – aggiunge Menichini -, spesso non sono strutturate, ma appunto in evoluzione. Pertanto, c’è la necessità di usare un sistema di approvvigionamento che consenta la prova e la individuazione del dispositivo più adatto per la persona, oltre che la regolazione puntuale dello stesso ad opera di professionisti sanitari abilitati. Resta poi importante che venga garantita la sostenibilità delle aziende fornitrici, evitando l’esposizione finanziaria commisurata al valore stimato e non effettivo dei lotti, che potrebbe pregiudicare la fornitura stessa”, conclude la presidente dell’associazione Ausili di Confindustria Dispositivi Medici.
L’associazione segnala, inoltre, una criticità sempre più frequente nelle gare pubbliche: l’indicazione di un prezzo a base d’asta troppo basso rispetto all’aumento dei costi di produzione e non in linea con il mercato. “Quando la cifra stabilita non copre nemmeno le spese o non garantisce un margine di guadagno coerente – spiega Elena Menichini –, diventa difficile, se non impossibile, per le imprese presentare offerte sostenibili e di qualità. Il rischio è che vengano proposti prodotti scadenti o, ancor peggio, che molte aziende scelgano di non partecipare affatto, con effetti negativi sulla concorrenza e sull’efficienza del sistema. Serve il coraggio di adottare un approccio realmente centrato sulla persona: i benefici in termini di qualità della vita della comunità tutta superano di gran lunga i costi, con un alto valore etico – conclude -. La spesa per gli ausili è oggi inferiore all’1% della spesa sanitaria complessiva, e le gare non sono lo strumento adatto per dispositivi complessi e personalizzabili. Per questo chiediamo che gli ausili per disabilità gravi rientrino tra i dispositivi ‘su misura’ e che la Regione Emilia-Romagna intervenga per superare criticità che penalizzano pazienti, imprese e sostenibilità del sistema".
17 aprile 2025
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