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Cancro al polmone. Finanziamento europeo di 300mila euro per studio su biomarcatori all’Istituto tumori della Romagna

Attraverso l’identificazione di biomarcatori specifici l’obiettivo è riuscire a predire quali pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule già sottoposti a resezione chirurgica siano a rischio di recidiva. Durante l’annuale Congresso mondiale sui tumori polmonari organizzato dalla Iascl a Toronto, si è tenuto l’avvio formale del progetto

03 OTT - Sarà a guida Istituto Tumori della Romagna (Irst) Irccs di Meldola (Forlì-Cesena) uno tra i progetti di ricerca oncologica più ambiziosi lanciati in Europa tramite Transcan-2, piano di programmazione pluriennale di ricerca traslazionale finanziato dalla Comunità Europea. Oltre 600mila euro di finanziamento complessivo (di cui 300mila a Irst Irccs), tre centri di ricerca coinvolti, 220 pazienti da arruolare nel primo anno: sono i numeri chiave del progetto che mira a valutare il ruolo prognostico e, quindi, di previsione sul decorso e sviluppo della malattia, di specifici Rna e del Dna circolante nel tumore al polmone.

Finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del macro-quadro Horizon 2020, la ricerca proposta da Irst denominata “Marcatori prognostici non invasivi per il Nsclc allo stadio precoce: ruolo dei miRna circolanti ed esosomiali e del Dna libero circolante (Resting)” si propone di identificare e studiare marcatori circolanti nel sangue in grado di predire la prognosi in pazienti affetti da carcinoma al polmone non a piccole cellule in stadio operabile, uno tra i tumori più insidiosi e di difficile trattamento.

Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) è il più comune tipo di cancro al polmone (il 70/80% dei casi) e la principale causa di decesso correlato. In tutto il mondo circa il 20% dei casi viene diagnosticato in una fase iniziale, consentendo un'efficace trattamento chirurgico tramite resezione polmonare. Nonostante ciò, il tasso di sopravvivenza a 5 anni per questa patologia rimane purtroppo inferiore al 16%. Per questo riuscire a identificare biomarcatori in grado di accertare i pazienti con un rischio maggiore di recidiva potrebbe essere molto utile per migliorare la gestione clinica del paziente e prolungarne la sopravvivenza. Lo studio che vede come Principal Investigator la dr.ssa Paola Ulivi (Laboratorio di Bioscienze Irst), sarà finanziato nel capitolo dei progetti Transcan-2 inerenti “metodi minimali e non invasivi per la diagnosi precoce e/o la progressione del cancro”, si propone di raggiungere questo significativo obiettivo. 

In stretta sinergia con altri due importanti centri europei di Francia e Spagna – Vall D’Hebron Institute of Oncology (Vhio) di Barcellona (staff diretto da Enriqueta Felip) e Chu de Strasbourg - Hôpital Civil di Strasburgo (Elisabeth Quoix) – nel mese di giugno 2018, è stata avviata la fase di arruolamento dei pazienti.

Durante il primo anno di studio, nei 3 centri, saranno coinvolti circa 220 pazienti per i quali è previsto l’intervento chirurgico per Nsclc. Prima dell’intervento chirurgico sarà eseguito un semplice prelievo di sangue che sarà poi analizzato – tramite sofisticate strumentazione – per isolarne, quali marcatori di studio, i microRna (circolanti ed esosomiali) e il Dna libero circolante. I livelli di espressione dei materiali genetici saranno confrontati tra i pazienti che andranno incontro a recidiva di malattia entro 2 anni dall’intervento e quelli che, al contrario, rimarranno liberi da malattia. Il confronto dovrebbe permettere di evidenziare microRna e Dna circolanti di natura prognostica aprendo la strada ad approcci diagnostico/terapeutici personalizzati per pazienti a rischio ricaduta. Il periodo di follow up dei pazienti arruolati sarà di minimo 2 anni.

L’avvio formale del progetto – un incontro tra i ricercatori dei differenti centri coinvolti –  si è tenuto durante uno dei più importanti eventi dedicati a questo tipo di neoplasia: la 19° Conferenza Mondiale sul Tumore Polmonare, organizzata dall’International Association for the Study of Lung Cancer (Iaslc) dal 23 al 26 settembre a Toronto, Canada.  

Il flusso continuo della ricerca si lega inevitabilmente a doppio filo con la disponibilità economica, fondamentale propulsore delle attività di studio altrimenti difficilmente perseguibili. In un Istituto come Irst dove la ricerca occupa un ruolo primario nella mission aziendale, risulta sostanziale competere a livello nazionale e internazionale per l’ottenimento di finanziamenti destinati allo sviluppo di nuove tecniche di diagnosi e di cura a beneficio dei cittadini. Il riconoscimento a livello europeo della validità degli studi proposti dall’Istituto Tumori della Romagna (Irst) in partnership con altri grandi centri internazionali e l’ottenimento di quest’ultimo finanziamento – che va ad aggiungersi alla lista di studi già vincitori di bandi in Europa e Italia – conferma l’ottimo lavoro in termini di innovazione che Irst sta portando avanti, in particolare nello studio di tecniche per diagnosi sempre più precoci ed accurate.

03 ottobre 2018
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