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Bologna. Nursind: “Al Sant’Orsola, infermieri ancora penalizzati”

La segretaria territoriale Antonella Rodigliano: “Occorre correre ai ripari, il nuovo contratto non permette la realizzazione di un nuovo modello organizzativo autonomo e responsabile degli infermieri. Si eviti di assegnare incarichi in modo totalmente discrezionale”.

06 FEB - “Nel nostro Policlinico Sant’Orsola si cerca di dare attuazione al nuovo Ccnl, con l’introduzione di nuovi modelli organizzativi e percorsi assistenziali, che sembrano portare la nostra azienda, ancora una volta, a mortificare la professione degli infermieri, perché si parte da una base regolatoria che sembra lontana dalle esigenze della complessità delle cure alla persona e lontana dalla tutela di chi è il primo soggetto che interviene su queste cure, l’infermiere, che continua ad essere mortificato, con scelte calate dall’alto e non sempre correlate da logica e motivazioni comprensibili”. È quanto afferma Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del Nursind, in una nota. 
 
“Si riscontrano anomalie nelle nuove procedure per gli incarichi di organizzazione dell'area infermieristica. Il nuovo modello organizzativo che si vuole introdurre, da quanto emerge dalle indiscrezioni - continua - sembra irrigidirne le funzioni sia organizzative che professionali, impedendo l’espressione delle competenze necessarie a soddisfare la complessità dei bisogni di cura del paziente. Tutto ciò deriva anche dal nuovo contratto che il Nursind, com’è noto, si è rifiutato di sottoscrivere, perché penalizzante per gli infermieri, circostanza che ci dà maggiore libertà nel rilevare le criticità e nel denunciarle, a differenza di altri, che si sono legati mani e piedi con la vergognosa sottoscrizione di un contratto capestro, che oggi produce criticità maggiori di quelli prevedibili”.
 
Ecco perché il Nursind chiede “che vengano esplicitati i criteri e le motivazioni con i quali evitare arbitrii nell’assegnazione di tali incarichi, ossia criteri utili alla pesatura delle posizioni definiti in un apposito regolamento, evitando di assegnare incarichi in modo totalmente discrezionale, suggerendo di adottare un modello a rete di coordinatori e non gerarchico”.

06 febbraio 2019
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