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Ecco cosa stiamo facendo a Bologna per garantire l’attività chirurugica specialistica e ridurre le liste d’attesa

15 MAR - Gentile Direttore,
dalla pandemia, e da questa durissima terza ondata, se ne esce insieme. E il primo, nostro grazie va a tutti coloro, che con grande generosità e responsabilità, stanno facendo un lavoro straordinario negli ospedali e nelle strutture sanitarie: medici, infermieri, operatori sanitari e sociosanitari.
La pressione della pandemia a Bologna in questo momento è assolutamente straordinaria.
 
Sono ricoverati 1.230 pazienti di cui 220 in area critica. Durante la seconda ondata, che a Bologna era stata più grave della prima, il massimo dei ricoverati era stato di 818 di cui 115 in area critica.
 
Le strutture private bolognesi stanno contribuendo con 544 posti letto, di cui 19 di area critica. Fra sabato e domenica la disponibilità crescerà di ulteriori 30. E nel corso della prossima settimana crescerà ulteriormente.
In sostanza, le aziende sanitarie hanno utilizzato l’accordo con le strutture private per la collaborazione COVID previsto dalla delibera di Giunta regionale 344/2020 sottoscritto un anno fa, quasi la metà dei ricoveri COVID ha trovato assistenza nelle strutture private.
 
La USL di Bologna aveva anche provveduto il 1° di marzo scorso a dare indicazioni di interruzione dell’attività programmata del privato accreditato. Questa modalità collaborativa è stata avviata nella nostra regione un anno fa e ha permesso di usare tutte le disponibilità della rete ospedaliera regionale, pubblica e privata, per affrontare la pandemia.
 
Lo scorso giovedì, nel corso di un incontro della regione con le aziende sanitarie bolognesi, è emersa la necessità di assumere misure che forzassero le realtà private che non avevano dato la disponibilità necessaria, e ne sono seguite con immediatezza due note regionali ad hoc che hanno chiarito che le attività programmate delle strutture private accreditate e non accreditate erano interrotte, che le strutture dovevano mettersi a disposizione delle strutture pubbliche sia per svolgere attività COVID, sia per svolgere attività programmata che le strutture pubbliche non riuscivano a svolgere.
 
Prima della nota di giovedì 11 era già stata data l’indicazione da parte della regione alle aziende sanitarie di interrompere le attività programmate procrastinabili in tutta la regione, garantendo chiaramente le attività chirurgiche su pazienti oncologici e prevedendo che venisse interrotta tutta l’attività di ricovero in libera professione.
 
E, a tutt’oggi, nessuna attività chirurgica neoplastica con carattere di urgenza risulta essere stata interrotta. Unicamente al Sant'Orsola, alcuni pazienti previsti per questa settimana verranno operati nella settimana entrante.
La riprogrammazione dell’attività beneficerà anche della disponibilità delle altre strutture private non accreditate come Villa Toniolo.
 
Intanto continua il lavoro sulla rete ospedaliera bolognese che dura da settimane, nella piena consapevolezza che la situazione è straordinariamente difficile, ben oltre le proiezioni dell’università di Bologna che ci dava fuori dal tunnel mercoledì scorso.
 
Le Aziende pubbliche bolognesi stanno già da tempo collaborando, affittando spazi e sedute operatorie agite con i propri chirurghi specialisti, con tutte le strutture accreditate AIOP, Villa Alba e Villa Toniolo proprio per mantenere attiva l’attività chirurgica specialistica e l’abbattimento liste di attesa.
 
Proprio questa preziosa collaborazione ha consentito durante la scorsa estate il recupero delle prestazioni arretrate a seguito della prima ondata Covid e la gestione della seconda ondata con una decurtazione di un terzo delle attività programmate.
 
Chiara Gibertoni
Azienda Ospedaliero Univeristaria di Bologna
 
Paolo Bordon
Azienda USL di Bologna
 
Anselmo Campagna
Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna
 

15 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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