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Medicina generale. Fimmg a Donini: “Pronti al confronto ma su pandemia colpe delle Istituzioni”

Lettera aperta del segretario regionale del sindacato Fabio M. Vespa all’Assessore alla sanità. “Le chiediamo di rispondere anche Lei, a coloro che insultano, un pezzo del servizio sanitario che Lei è chiamato a governare, perché delle due l’una: o ciò che si dice non è vero, o il Suo apparato non ha abbastanza sorvegliato”.

27 SET - Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal segretario regionale del sindacato Fabio M. Vespa all’Assessore alla sanità e welfare della regione Emilia Romagna Raffaele Donini.
 
Assessore, in questi giorni si è aperto un dibattito che ha trovato ampi spazi sui quotidiani e su tutti media nazionali. A dar fuoco alle polveri Milena Gabanelli che con pochi e risoluti tratti ha disegnato una medicina generale italiana come un pianeta caratterizzato da professionisti strapagati, irrintracciabili dagli assistiti e incapaci di far fronte sia all’ondata pandemica che alle normali esigenze dei cittadini costretti, quindi, a recarsi inutilmente nei Pronto soccorso della penisola “inutilmente, visto che l’ottantacinque percento degli accessi nei PS non è seguito da ricovero”.
 
Basterebbe questa, diciamo incolta affermazione, per invalidare un’inchiesta che parte da un presupposto del tutto irragionevole, secondo la quale andare in PS per sottoporsi ad accertamenti al fine di escludere una patologia sarebbe qualcosa d’irragionevole e inutile …
 
 
Sarebbe, infatti, facile ribattere che nessuno di quei milioni di pazienti esce dai PS senza accertamenti che consentono poi , e ripeto poi, di dimettere il paziente e di escludere patologie e rischi … Sarebbe anche facile ribattere che i medici di medicina generale, con i “lauti guadagni” si pagano gli studi, gli affitti, la malattia, le ferie, la segretaria , l’auto e la benzina … e non godono di TFR, permessi ex 104, licenze matrimoniali , malattia … e quant’altro caratterizza il lavoro dipendente . In pratica è come se si confrontasse il fatturato di un’azienda con uno stipendio … Purtroppo, insieme e simmetricamente a questo classico confronto tra mele e pere, è partita anche una discussione tra gli uomini delle istituzioni sul che fare di una categoria, così indegna (e così amata, glielo assicuro!); tra i presupposti dell’indegnità, ed in premessa a tutti i documenti delle SSLL vi sarebbe stata l’inadeguata risposta ai problemi posti dalla pandemia.
 
E qui veramente siamo al paradosso: gli studi dei medici di medicina generale sono regolati da un accordo collettivo nazionale, regionale e aziendale ... In nessuno di questi contratti, in nessuna provincia, in nessun comune dell’Emilia Romagna … si accennava al dovere di “tenersi pronti” ad essere attrezzati per una pandemia! Nessuno ha mai chiesto ai medici di famiglia di organizzarsi per far fronte, per chissà quando ad un evento di questa portata … La cosa grave , di tutto ciò, era che invece erano le istituzioni sanitarie a dover essere pronte a rispondere ad una pandemia, erano Stato e Regioni a dover preparare il piano pandemico e non l’hanno fatto, o per lo meno han dimenticato di immagazzinare un bel po’ di mascherine … e molti medici, sì quegli stessi giudicati inadeguati, son poi morti! Lei ricorda quando chiedevo mascherine e il suo predecessore mi derideva ?
 
 
E poi, il tema esoterico delle terapie domiciliari e la latente contestazione alla pochezza della “vigile attesa”, quando ai medici di famiglia non sono forniti, entro i cinque giorni previsti, gli anticorpi monoclonali, ma neppure i saturimetri … Di cosa stiamo parlando Assessore? Di cosa stanno parlando? Ora, l’irragionevole dibattito acceso dalla Gabanelli va completandosi con la stucchevole disquisizione, da parte delle istituzioni sanitarie, tra un “futuro di bellezza” della medicina territoriale che si caratterizzerà con medici dipendenti o, a piacere, con un sistema di accreditamento …
 
Dipendenti? Dovranno formarsi, dovranno fare un concorso pubblico, lo dice la Costituzione, dovranno avere un titolo specifico post universitario, lo dice l’Europa … Insomma non ci sono! E se non ci sono e se ci vorranno almeno dieci anni per questa epocale svolta, che senso ha parlarne con cotanto ispirato vigore? Ah, dimenticavo, pensiamo all’accreditamento, magari di Farmacie o grandi gruppi della sanità privata … Scusate, ma non vi eravate stracciate le vesti, e scambiati gli ortaggi tra politici, per quel modello sanità lombarda che avrebbe fallito? Forse un po’ di coerenza gioverebbe a tutti ...
 
 
Gentile Assessore, mettendo da parte gli interessi in gioco e che Lei ben conosce, tutto questo dibattito parte dall’assioma di un qualche pensatore ‘pitagorico’, secondo il quale la medicina del territorio, in pandemia, avrebbe fallito, ma qual è la prova scientifica di quest’affermazione? Qui è meglio parlar di Scienza e non stare al bar della Gabanelli. Sono forse aumentati i casi di scompenso cardiaco? Sono forse aumentati i ricoveri dei pazienti diabetici o ipertesi…? Tutti quei casi di patologie a gravità medio alta hanno avuto dei peggioramenti in mancanza di quella sponda ospedaliera che in se stessa si era dovuta chiudere nella gestione del dramma Covid 19? Pare proprio di no! E allora, allora, forse i dati potrebbero dire altro … sì esattamente altro!
 
 
Noi siamo per una riflessione onesta, senza pregiudiziali, siamo pronti a verificare e a correggere ciò che non va, nel frattempo, gentile Assessore, Le chiediamo di rispondere anche Lei, a coloro che insultano, un pezzo del servizio sanitario che Lei è chiamato a governare, perché delle due l’una: o ciò che si dice non è vero, o il Suo apparato non ha abbastanza sorvegliato!
 
 
Fabio M. Vespa
 
Segretario regionale FIMMG Emilia Romagna

27 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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