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Rischio clinico. L’innovazione normativa deve concretamente attuarsi

L'Azienda sanitaria deve promuovere un approccio proattivo al risk management, ovvero fare prevenzione rendendo concrete le indicazioni specificate nella legge, adottando una serie di procedure e percorsi diagnostico terapeutici volti a migliorare la gestione del paziente. L’appuntamento per discutere e valutare le azioni da intraprendere è per domani nell’ambito del 4° Forum Giuridico in Sanità che si svolgerà a Roma. IL PROGRAMMA

12 GIU - La tutela della sicurezza delle cure è l’obiettivo della legge 24/2017. La gestione del rischio clinico ne è lo strumento. Essa indica quell’insieme di attività volte a identificare, valutare ed eliminare i rischi attuali e potenziali all'interno delle strutture sanitarie al fine di assicurare qualità e sicurezza alle prestazioni assistenziali erogate.

In questo scenario, l'Azienda sanitaria deve promuovere un approccio proattivo al risk management, ovvero fare prevenzione. Ma come? Rendendo concrete le indicazioni specificate nella legge, adottando una serie di procedure e percorsi diagnostico terapeutici volti a migliorare la gestione del paziente. Punto di partenza di questo percorso deve essere la fotografia del rischio al fine di individuare la situazione attuale e avviare la ricerca delle cause.

In particolare, si deve procedere all’attribuzione dei ruoli previsti dalla legge. Ad esempio:
- Istituzione del Garante della trasparenza;
- Trasmissione dati del contenzioso all’Osservatorio regionale per l’invio a quello nazionale;
- Ottimizzazione del sistema assicurativo o risarcitorio diretto a seconda del setting.

La letteratura evidenzia come strategie di prevenzione degli errori non siano sufficienti a impedire che essi si verifichino, soprattutto in organizzazioni complesse. E’ rilevante sviluppare anche strategie di error management, volte a generare un apprendimento dagli errori che, nel medio periodo, tende ad aumentare la capacità di esplorazione, innovazione e resilienza dell’organizzazione. Apprendere dagli errori, individuare i fattori critici di varia natura che hanno permesso l’accadere di un infortunio, sono il punto di partenza per una riduzione di tali eventi.

Ancora più importante è che le posizioni organizzative manageriali agiscano secondo un modello di gestione del rischio sanitario, evitando improvvisazioni ed autoreferenzialità. Un approccio metodologico, che prediliga la formazione, e che si incardini in ogni singola azienda, sia l’unica strada possibile per un sistema che possa sviluppare su scala nazionale la stessa capacità aziendale di prevenire gli errori. Uno dei punti di forza della gestione del rischio deve risiedere nella possibilità di procedere per piccoli passi, partendo dallo stato dell’arte di ogni singola realtà, verificandone i risultati in maniera oggettiva. I programmi per il miglioramento della qualità dei servizi sanitari e sociosanitari rappresentano un investimento necessario: da una parte per il miglioramento dell’appropriatezza dell’assistenza prestata ai cittadini e, dall’altra, per garantire la sostenibilità del sistema.

L’appuntamento per discutere e valutare le azioni da intraprendere è per domani nell’ambito del 4° Forum Giuridico in Sanità che si svolgerà a Roma presso l’Auditorium Antonianum.
 
Anna Paola Santaroni
Componente Esecutivo Federsanità ANCI – Delega al rischio clinico 


12 giugno 2017
© Riproduzione riservata

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