Salute mentale. “Servizi garantiti solo ai malati gravi”. La denuncia della Rete Sostenibilità e Salute
Per la Associazione, che raggruppa a sua volta 27 soggetti associativi e professionali, l’accesso ai servizi di salute mentale è garantito esclusivamente a quei cittadini che versano in condizioni gravi e di grande crisi, esponendo i pazienti meno gravi e in condizioni di maggior svantaggio socio-economico, al rischio di peggioramento o cronicizzazione, con grandi ricadute in termini di costi economici e sociali. IL DOCUMENTO, LE TABELLE.
07 MAG - In occasione dei 40 anni della legge 180 la Rete Sostenibilità e Salute (RSS) ha messo a punto
un documento con un’analisi sulle attuali criticità nel campo della salute mentale
Auspicio dell’Associazione di cui fanno parte diversi soggetti (vedi composizione in fondo all’articolo) quella di “dare delle risposte efficaci, rivolgendosi al mondo della politica, agli operatori del settore e alla cittadinanza”.
“I disturbi psichiatrici – si legge in una nota stampa di pubblicizzazione del documento - incidono notevolmente sulla salute globale, rappresentando il 23% del “Global Burden of Disease”.
Ma per RSS “l’attuale modello di sviluppo, fondato su una crescita illimitata e indiscriminata dell’economia mina i determinanti ambientali, socio-economici e culturali da cui dipende maggiormente la salute mentale”.
“Vivere in un ambiente sempre più inquinato ed insalubre, con stili di vita frenetici e malsani, in cui le disuguaglianze e le divisioni sociali aumentano, dove individui, gruppi sociali e nazioni competono per accaparrarsi risorse in crescente diminuzione – scrivono ancora i rappresentati della Rete - non può che deteriorare il capitale di salute mentale a disposizione delle popolazioni”.
Per gli estensori del documento poi, “sebbene nel campo della psichiatria sia riconosciuto un modello di causazione bio-psico-sociale e l’importanza del contesto culturale, nella prassi clinica l’approccio tecnico, biomedico-riduzionista (caratterizzato dalla centralità della diagnosi e della prescrizione farmacologica), viene comunemente privilegiato trascurando le componenti psicosociali, culturali e gli stili di vita”.
“E’ possibile pensare la salute mentale all’interno dello scenario sociale e culturale tra il “patologico” e il “patogenico” sopra delineato?”, si chidono gli autori.
A rispondere è
Jean-Louis Aillon, portavoce della Rete che sottolinea come “di fronte a questo deserto delle speranze, non si possa che contrapporre la carica utopica quanto trasformativa di soggetti come Ivan Illich, Franco Basaglia, Frantz Fanon, Erich Fromm, Giulio A. Maccacaro, i quali avevano già da tempo intuito i rischi a cui stavamo andando incontro, lanciato un grido d’allarme e costruito ‘utopie della realtà’ a partire da reali pratiche di cambiamento che riescano a rispondere ai bisogni esistenziali reali delle persone”.
“La sfida – dice
Matteo Bessone dello
Sportello Ti Ascolto - “è sviluppare uno sguardo critico sulla società e sulla cultura in senso ampio, nonché sulla cultura e le pratiche dei servizi per metterle costruttivamente in discussione piuttosto che ostinarci ad adattare i bisogni delle persone a questa realtà e a questi servizi. Non possiamo più illuderci che le evidenze siano sufficienti per dare vita al cambiamento. L’evidenza ci dice che è necessaria più ferma volontà e maggiore fantasia”.
Le criticità dell'assistenza (tratto dal documento di RSS)
Alla diversificazione dei bisogni dei cittadini determinati dal progressivo aumento delle disuguaglianze sociali corrisponde una politica pubblica e sanitaria volta alla riduzione delle risorse soprattutto umane che esita in un sistema di cura per la salute mentale profondamente inadeguato, disuguale e spesso inabilitante (Starace 2017.
I continui tagli non sembrano essere compatibili con gli obiettivi definiti dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale 2013 oltre che con l'attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017 relativo ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, contenente riferimenti alle prestazioni di tipo psicologico e psicoterapico di elevato “value” (CNOP 2017, Campbell 2013).
Attualmente l’accesso ai servizi di salute mentale è garantito esclusivamente a quei cittadini che versano in condizioni gravi e di grande crisi, esponendo i pazienti meno gravi (tra questi soprattutto i più giovani) e in condizioni di maggior svantaggio socio-economico, al rischio di peggioramento o cronicizzazione, con grandi ricadute in termini di costi economici e sociali.
E’ sempre più difficile, in ragione delle necessarie “razionalizzazioni”, degli accorpamenti e delle scelte compiute dai Dipartimenti, garantire accessibilità, continuità ed efficacia a tempestivi percorsi di cura attraverso l'integrazione di servizi domiciliari, ambulatoriali, semi-residenziali, residenziali e ospedalieri in collaborazione con i medici di base.
L'allocazione delle risorse disponibili, sbilanciata verso la componente ospedaliera e residenziale degli interventi e caratterizzata invece dal sottoutilizzo e sottofinanziamento della componente domiciliare e territoriale, determina un'elevata quanto evitabile inappropriatezza organizzativa con pesanti ripercussioni in termini di efficacia, accessibilità e sostenibilità dei servizi. Un'attenzione particolare va posta alla completa e corretta attuazione della legge 81/14 sulla chiusura degli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari).
In particolare, si segnalano la necessità di restringere solo ai casi estremi, con carattere di eccezionalità, il regime residenziale presso le REMS (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza), la necessità che queste entrino a far parte del circuito sanitario delle risorse complessive dei DSM (Dipartimenti di Salute Mentale), evitando i rischi della separatezza e della frammentazione, che si attivino forme di collaborazione, sotto forma di protocolli vincolanti, tra magistrati e psichiatri dei DSM ogni volta venga irrogata la misura di sicurezza e infine la necessità di focalizzarsi sulla salute mentale nelle carceri agendo sulla possibilità di accedere alla sospensione di pena per motivi di salute (talvolta sopravvenuti all’esecuzione della pena) e alle misure alternative alla detenzione.
La Rete Sostenibilità e Salute
1. Associazione Dedalo 97
2. Associazione Frantz Fanon
3. Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
4. Associazione per la Decrescita
5. Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS-Ente Morale
6. Associazione Scientifica Andria
7. Centro Salute Internazionale-Università di Bologna
8. Giù le Mani dai Bambini ONLUS
9. Medicina Democratica ONLUS
10. Movimento per la Decrescita Felice
11. NoGrazie
12. Osservatorio Italiano sulla Salute Globale
13. Osservatorio e Metodi per la Salute, Università di Milano-Bicocca
14. People’s Health Movement
15. Psichiatria Democratica
16. Rete Arte e Medicina
17. Rete Mediterranea per l’Umanizzazione della Medicina
18. Segretariato Italiano Studenti in Medicina, SISM
19. Slow Food Italia
20. Slow Medicine
21. SIMP Società Italiana di Medicina Psicosomatica
22. Italia che cambia
23. Vivere sostenibile
24. Fondazione allineare sanità e salute
25. Federspecializzandi
26. Sportello Ti Ascolto – Rete di Psicoterapia sociale
07 maggio 2018
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