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ASfo. Il comparto dichiara lo stato di agitazione

Non solo i sindacati della Dirigenza medica, anche dal Comparto arrivano proteste per lo stato di sofferenza del sistema e dei lavoratori. Cgil, Uil e Nursind contestano la carenza di personale, che causa “in alcuni ambiti l’interruzione di pubblico servizio”. Per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia e rispristinare le attività ordinarie, “serve l’assunzione di 80 infermieri e di 50 operatori sociosanitari a tempo indeterminato”, dicono i sindacati

09 DIC - In un momento particolare come questo, laddove la quarta ondata di pandemia è già avanzata, la direzione dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (ASFO), che comprende gli ospedali di Santa Maria degli Angeli di Pordenone, di San Vito al Tagliamento e di Spilimbergo, non trova un accordo condiviso con i sindacati sulla carenza di personale. E così, insieme alla proposte dei dirigenti medici, arriva anche lo stato di agitazione delle organizzazioni del comparto.

Cgil, Uil e Nursind, hanno, come è previsto per legge, chiesto ad ASFO un incontro di conciliazione e “raffreddamento” dinanzi al Prefetto. “Intendiamo far emergere, attraverso lo stato di agitazione, le gravi ed importanti questioni lavorative e organizzative del personale – spiegano le sigle sindacali -. Se siamo giunti al punto di presentare una lettera ad ASFO e alla Prefettura, è perché ci vediamo costretti a farlo. Prima di arrivare a questo punto, abbiamo percorso tutte le vie istituzionali di dialogo con incontri con i vertici aziendali, ma non abbiamo ottenuto risposte”.

“Dopo la prima, la seconda, la terza ondata della pandemia e ora la quarta, l’Azienda ASFO non ha fatto nulla in merito all’istituzione di reparti e percorsi per malattie infettive Covid -19, pur sapendo che ci sarebbe stata l’ennesima ondata – dicono Cgil, Uil e Nursind -. In primavera, dopo la terza fase di emergenza, non è stato assunto personale a sufficienza, nonostante la presenza di leggi che permettevano una deroga sulle assunzioni. Ora il personale a tempo determinato, è stato rinnovato sino a dicembre 2021, anziché per un anno e il piano assunzione è palesemente insufficiente per le esigenze aziendali”.

Le conseguenze della carenza di personale, fanno sapere i sindacati, hanno comportato delle scelte da parte della direzione di ASFO, come la chiusura di 4 sale operatorie nell’ospedale di Santa Maria degli Angeli di Pordenone e la conversione dei reparti di medicina in reparti Covid-19. Il reparto della chirurgia della mano è stato trasformato in reparto di quarantena e l'ortopedia si occupa soltanto della traumatologia, riducendo ai minimi termini i servizi erogati e potendo solamente mantenere prestazioni di urgenza e oncologiche, causando così in alcuni ambiti interruzione di pubblico servizio. Stessa situazione per i servizi domiciliari, ridotti in un momento in cui l’Rsa di Maniago è stata convertita in reparto Covid, limitando ulteriormente l’assistenza territoriale ai cittadini.

Snocciolando i numeri, le OO.SS. puntano il dito sulla dotazione organica in turno. Nei reparti non Covid, nei turni di mattino e pomeriggio, la media è di 1 infermiere ogni 12 pazienti, che si abbassa drasticamente nel turno notturno. Nella medicina di San Vito al Tagliamento, la proporzione nei due turni diurni, è di 1 infermiere per 18 pazienti, mentre di notte è di 1 infermiere per 27 pazienti. In un reparto Covid, come ad esempio la pneumologia, l’organico è di 4 infermieri nei turni diurni e 3 nel turno di notte, mentre per gli Oss la presenza è di 3 nel turno del mattino, 2 nel pomeriggio ed 1 di notte, con una presenza media di 26 pazienti di cui 8 ventilati ad alta complessità assistenziale.

“In tutte le realtà lavorative dell'azienda si riscontrano criticità dovute alla carenza cronica di personale, che ormai è divenuta insopportabile ed insostenibile. Situazione segnalata più volte alla direzione ASFO, che nonostante gli incontri con la dirigenza aziendale, allo stato attuale, nulla è stato realmente fatto per permettere ad ogni operatore di svolgere adeguatamente il proprio ruolo. Le forze sociali chiedono in primis il rinnovo per almeno un anno del personale a tempo determinato in scadenza il prossimo 30 dicembre 2021 e per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia e rispristinare le attività ordinarie, serve l’assunzione di 80 infermieri e di 50 operatori sociosanitari a tempo indeterminato”, concludono Cgil, Uil e Nursind.

Endrius Salvalaggio

09 dicembre 2021
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