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Trattamento accessorio. Dirigenti medici del FVG chiedono l’applicazione della Legge regionale 8/2022

La legge regionale prevede che i risparmi derivanti dalla mancata attuazione del piano triennale dei fabbisogni possano essere destinati all'incremento delle risorse per il trattamento accessorio del personale. Tuttavia le aziende calcolano quei fondi non sul fabbisogno, bensì sui medici in servizio, che sono sempre inferiori al fabbisogno. Ne deriva che chi resta è costretto non solo a coprire i turni carenti, ma anche con minori garanzie rispetto ai fondi. I sindacati intervengono.

09 MAR - Otto sigle sindacali della dirigenza medica sanitaria del Friuli Venezia Giulia (Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo Fesmed, Cgil, Fassid, Federazione Cisl Medici, Fvm e Uil) hanno scritto ai massimi organi regionali con la richiesta dell’applicazione dell’articolo 128 c 7 LR 8/2022, che recita: “All'interno del rispetto del tetto di spesa fissato per il personale degli enti del Servizio sanitario regionale e ferma restando la compatibilità finanziaria, ciascun ente del SSr può destinare i risparmi derivanti dalla mancata attuazione del piano triennale dei fabbisogni all'incremento delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale”.

“Partendo da un concetto generalizzato che riguardano le carenze di organico più o meno diffuse – spiega il segretario regionale Anaao Assomed, Massimiliano Tosto, che si fa portavoce anche delle altre sigle sindacali – ed i sempre più posti vacanti nelle scuole di specialità, ne consegue che le carenze di organico si riflettono nei vari ospedali. Nelle ‘quotazioni organiche’ dei vari reparti ospedalieri, laboratori ecc., ogni direttore di struttura complessa scrive il proprio fabbisogno di personale in base ai carichi di lavoro e in base a degli standard riconosciuti a livello nazionale. A livello aziendale avviene poi la somma di tutto il fabbisogno di personale totale ed è qui che entra in gioco dell’articolo 128 c 7 LR 8/2022, perché quella somma è sempre inferiore al fabbisogno reale. Questo perché le aziende sanitarie calcolano le quote dei fondi sul personale in servizio e non sul reale fabbisogno di personale calcolato ab origine”.

Contrariamente, se le somme dei fondi fossero aggiornate al fabbisogno reale e non al numero dei dipendenti che effettivamente ci lavorano, sostengono le OO.SS. della dirigenza medica, si creerebbero dei residui di somme che andrebbero sul fondo di risultato da dispensare successivamente per chi lavora anche per chi non c’è.

Per questi motivi le organizzazioni sindacali Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo Fesmed, Cgil, Fassid, Federazione Cisl Medici, Fvm e Uil chiedono alla Regione Friuli Venezia Giulia che i minori costi generati dalle mancate assunzioni, siano incrementati nei fondi di premialità attraverso le tariffe delle prestazioni aggiuntive, ovvero ai surplus orario determinato dalla carenza di personale nota. Altresì le otto sigle sindacali chiedono l’ammontare per ogni Azienda del SSr del risparmio generato dalla differenza fra fabbisogno di personale e personale in servizio al 31.12.2022.

Endrius Salvalaggio

09 marzo 2023
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