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FVG. Allarme dei dirigenti medici: “Vogliamo che i cittadini sappiano che il SSr è fortemente depauperato”

Sette sigle sindacali dei dirigenti medici si rivolgono direttamente ai cittadini friulani, informandoli come negli anni il servizio sanitario si sia via via impoverito e le prestazioni sanitarie oggi non sono poi cosi scontate: “Occorre una profonda e lungimirante riprogrammazione strategica delle politiche sanitarie altrimenti a dimettersi dal SSr saranno anche i giovani medici con conseguente prestazioni a rischio”.

27 MAR - La sanità friulana è in grande difficoltà e i segretari regionali della dirigenza medica e sanitaria del Friuli Venezia Giulia (che raccoglie ben sette sigle sindacali con Alberto Peratoner, Aaroi-Emac; Massimiliano Tosto, Anaao-Assomed; Calogero Anzallo, Cgil; Ivan Iacob, Fassid; Nicola Ventrella, Federazione Cisl Medici; Sabrina Menistrina, Fvm; Stefano Bressan, Uil) si rivolgergono direttamente ai cittadini per renderli consapevoli di cosa sta accadendo al servizio sanitario regionale. “Vogliamo che i cittadini sappiano che la nostra prima preoccupazione che abbiamo e percepiamo, è che l’impoverimento della sanità ha eroso anno dopo anno risorse alla sanità pubblica regionale”.

I sindacalisti riconoscono che “il problema è nazionale”, ma sottolineano anche come “il FVG è una regione a statuto speciale e qualche margine in più ce l’ha per contribuire in melius alla propria sanità”. Invece “i medici nella nostra regione sono quelli pagati di meno rispetto alle altre. E chi può se ne va dal SSr con i risultati che sono sotto i nostri occhi”.

Ciò che denunciano i sindacati della dirigenza medica è che manca personale e chi resta deve lavorare anche per chi è ancora andato via dal servizio sanitario pubblico, manca un adeguamento degli stipendi partendo da una defiscalizzazione nel salario accessorio; che vengano messe al primo posto le cure e che venga depenalizzato l’atto medico, le istituzioni devono garantire sicurezza al medico tutelandolo dagli aggressori. A livello territoriale ricordano i sindacati, la carenza di medici di base, costringe molti di essi ad aumentare oltre al massimale il numero dei loro assistiti, ciononostante diversi cittadini sono ancora senza medico curante e quindi sono costretti a rivolgersi alla guardia medica, dove c’è... Le aziende sanitarie per garantire il funzionamento di alcune strutture essenziali come ad esempio i pronti soccorsi, pagano cooperative private per medici “a gettone”. Mentre i cittadini sono costretti, per le lunghe liste di attesa, a rivolgersi al settore privato nella speranza di ottenere risposte di cura adeguate sia in termini di qualità che di tempi di attesa.

“Solo nel 2021 – osservano le 7 sigle sindacali -, il 54 % dei cittadini italiani ha dovuto rivolgersi al privato, per una spesa complessiva di 37 miliardi di euro e questo perché il servizio sanitario non ha saputo dare risposte concrete. I nostri cittadini devono sapere che se non sarà concepita a livello regionale una nuova sanità, a dimettersi dal servizio pubblico stavolta saranno i medici giovani con una sola certezza: il rischio delle prestazioni mediche. Nel biennio 2021-2022 sono rimasti vacanti il 60% dei posti di specializzazione medica in medicina d’urgenza ed il 20% di quelli in anestesia. La regione Friuli Venezia Giulia non è stata da meno. Infatti il 30% dei posti di specializzazione è rimasto vacante che, tradotto, vuol dire un posto su tre”.

Per i sindacati “occorre una profonda e lungimirante riprogrammazione strategica delle politiche sanitarie, un cambio di modello che realizzi un netto investimento nella sanità pubblica che, soprattutto, non dimentichi quanto il capitale più prezioso sia quello umano”.

Endrius Salvalaggio

27 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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