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Formazione sotto attacco: si sta giocando con il fuoco

04 GIU - Gentile Direttore,
a margine della Conferenza nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, svoltasi a Gorizia il 27 e 28 maggio 2025, sento il dovere, come Presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti del FVG di intervenire pubblicamente su un tema che rischia di avere ricadute gravi e durature sul sistema sanitario e sul futuro delle professioni sanitarie.

Uno degli argomenti più discussi, anche in presenza di esponenti istituzionali, è stato il grado di avanzamento della riforma delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.

È stato evidenziato come la Legge Delega recentemente approvata e lo schema di decreto legislativo adottato in via preliminare il 28 marzo 2025 prevedano ad oggi la possibilità, per gli studenti non idonei al termine del primo semestre di Medicina, di accedere in sovrannumero ai corsi di area sanitaria, tra cui Fisioterapia. Tale misura, nonostante sia presentata come una risposta all’esigenza di ampliare l’accesso alla formazione medica, pone serie minacce alla sostenibilità dei corsi triennali delle professioni sanitarie, che restano a numero chiuso nazionale e già oggi affrontano complessità logistiche, didattiche e organizzative di cui, peraltro, sarebbe bene discutere.

La Conferenza delle Regioni, con parere del 7 maggio 2025, ha già espresso perplessità nette e motivate al riguardo. Analogamente, i magnifici rettori di Trieste e Udine hanno definito questa riforma severamente, prefigurando ricadute sensibili sulla qualità dei percorsi formativi, possibili ricorsi e un contenzioso diffuso. Il Presidente Fedriga, nella sua doppia veste regionale e nazionale, richiamando il posizionamento della Conferenza, ha ricordato con lucidità che il problema non è certamente la carenza numerica di medici, ma le condizioni di lavoro in cui operano quotidianamente tutti i professionisti sanitari: malpagati, sovraccaricati, poco riconosciuti.

È in questo contesto che risuonano ancora più stonate le giustificazioni politiche avanzate in quella sede in difesa della riforma, secondo cui essa risponderebbe a una “esigenza della pubblica opinione”.

Mi sia consentito dire con franchezza: quando la politica rinuncia a esercitare la propria funzione di indirizzo per inseguire gli umori del momento, si perde di vista l’interesse generale. La sanità pubblica, la formazione dei professionisti, la salute dei cittadini non possono diventare materia di sondaggio o merce da consenso facile. La politica deve avere il coraggio di guidare, non di assecondare. Deve saper distinguere tra ciò che è popolare e ciò che è giusto, tra ciò che appare semplice e ciò che è sostenibile e sensato.

E allora mi domando, con profondo senso di responsabilità istituzionale: che cosa faremo quando, a forza di manomettere gli equilibri della formazione sanitaria, avremo distrutto un sistema che molti paesi ci invidiano? Cosa accadrà quando non riusciremo più a garantire qualità, sicurezza, competenze e professionalità nelle nostre corsie, nei reparti, nei servizi territoriali?

Come Presidente di Ordine esprimo la massima preoccupazione per questa deriva. Una preoccupazione che so essere condivisa da numerosi colleghi presidenti di altri Ordini sanitari, perché da una formazione solida passa il futuro di una professione. E insieme a quel futuro passa anche il diritto alla salute di milioni di cittadini.

Non siamo di fronte a un semplice mutamento procedurale. Qui si sta compiendo un passo pericoloso, che rischia di compromettere equilibri fondamentali. È nostro dovere, in quanto rappresentanti istituzionali, assumerne piena consapevolezza prima che sia irreparabilmente tardi, e agire con responsabilità, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, per giungere a una soluzione efficace e rispettosa dei principi.
Non possiamo più limitarci all’attesa. È il momento di esercitare appieno il nostro ruolo.

Melania Salina
Presidente OFI FVG

04 giugno 2025
© Riproduzione riservata

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