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Liste d’attesa. Fvg, raddoppiate le segnalazioni dei pazienti che non riescono ad accedere alla cure 

“Se nel 2019 le segnalazioni che ci arrivavano erano circa una cinquantina all’anno, nel 2020 abbiamo passato abbondantemente le 100 segnalazioni”. A presentare i dati è la Presidente dell’Associazione di tutela diritti del malato del FVG, Anna Agrizzi. “E’ chiaro che il periodo pandemico lascia poco spazio ad altre cure, ma un conto è rallentare, un conto è chiudere tutto”. L'Associazione chiede a Fedriga di procedere subito con il rimborso ai pazienti costretti a ricorrere a prestazioni private.

28 APR - Sono molte le segnalazioni che in questo periodo stanno arrivando all’Associazione di tutela diritti del malato e che riguardano persone che, dopo lo stop delle attività ospedaliere, si sentono abbandonati a se stessi. Se da una parte il temporaneo arresto delle attività ospedaliere così dette differibili è stato chiesto più volte anche dai sindacati per far fronte, ovviamente, all’emergenza sanitaria in atto, dall’altro c’è chi si sente un paziente di serie B, con una serie di malattie che si protraggono da mesi.

“Già in passato – illustra la Presidente dell’Associazione di tutela diritti del malato del FVG, Anna Agrizzi - nella Regione Friuli Venezia Giulia, c’era un certo ritardo in materia di liste di attesa, ma con la pandemia tutto è peggiorato. In questi mesi con la chiusura delle sale operatorie e con lo stop delle attività programmabili, stiamo assistendo ad un vero e proprio lamento da parte dei cittadini. Se nel 2019 le segnalazioni che ci arrivavano erano circa una cinquantina all’anno, nel 2020 abbiamo passato abbondantemente le 100 segnalazioni ed i casi sono, rispetto prima, più gravi”.

“Le maggiori segnalazione – rende conto Agrizzi -  che in questo periodo sono arrivate in Associazione, riguardano il difetto di comunicazione fra paziente ed ospedale, oltre ai settori maxillofacciale, vertebromidollare, oculistica, reumatologia, cardiologia e anche difficoltà nel potere eseguire indagini diagnostiche come tac e risonanze magnetiche che, in questo caso, molte delle perone che si sono rivolte a noi, hanno poi risolto il loro problema rivolgendosi nella vicina Regione del Veneto”.

Il lavoro dell'associazione, ci tiene ricordare il Presidente dell’Associazione di tutela diritti del malato del FV,  è rivolto a tutti e ha come fine ultimo la garanzia all'accesso alla sanità e alle cure adeguate, sia sul fronte della prevenzione sia su quello della riabilitazione.

“Va detto e ci rendiamo senza dubbio conto – spiega Agrizzi – che il periodo pandemico lascia poco spazio ad altre cure, proprio per concentrare medici ed infermieri nella direzione delle cure del Covid 19 ed un certo tipo di rallentamento è anche comprensibile. Quello che non è comprensibile, è lasciare cittadini da soli con cure riabilitative da fare, con indagini diagnostiche impossibili da trovare o con rinnovi di piani terapeutici da riprendere. Secondo noi un conto sono dei rallentamenti, più che comprensibili, altro conto invece è stato chiudere tutto”.
 
L'associazione ha quindi iniziato una raccolta firme per sollecitare la Regione a trovare soluzione immediate per il superamento e la riduzione delle liste d'attesa. Ma c'è anche un'altra proposta che l’associazione presenta al Presidente della Giunta, Massimiliano Fedriga  e al vicegovernatore con delega alla salute, Riccardi Riccardo: “Si ripristini subito la procedura del rimborso, come previsto dall’art 12, Legge Regionale 7/2009 - diritti in caso di superamento dei limiti di tempo nell'erogazione delle prestazioni – per tutte quelle persone che in questo momento, a causa della sospensione delle attività ospedaliere, sono costrette rivolgersi nel privato".

Endrius Salvalaggio

28 aprile 2021
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